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A Napoli si stampano anche banconote false da 5 euro: sono molto difficili da distinguere

Una stamperia clandestina di banconote false, quasi uguali alle originali, è stata scoperta dalla Guardia di Finanza nella zona Est di Napoli: tra le banconote sequestrate, anche tagli da 5 euro, non particolarmente diffusi ma molto difficili da distinguere dalle banconote originali per il loro largo impiego nelle transazioni economiche. Quattro persone sono state arrestate nel corso dell’operazione.
A cura di Valerio Papadia
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A Napoli bisogna fare attenzione anche alle banconote da 5 euro: una stamperia clandestina di soldi contraffatti è stata scoperta dagli uomini della Guardia di Finanza alla periferia orientale del capoluogo campano. L'indagine, coordinata dalla Procura di Napoli Nord, ha visto impiegati sul campo i finanzieri del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria di Roma e del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli, che hanno arrestato quattro persone per i reati di commercializzazione di banconote contraffatte. I militari delle Fiamme Gialle hanno fatto irruzione nella stamperia clandestina, sorprendendo i quattro arrestati mentre erano intenti a stampare le banconote della nuova serie Europa, che sarebbero poi state distribuite e messe in circolazione sul mercato nero. All'interno della stamperia, sita in un appartamento di Napoli Est, i finanzieri hanno rinvenuto e sequestrato 68mila banconote false, del valore di circa 1 milione di euro: tra queste, oltre ai tagli che più comunemente vengono contraffatti, come quella da 20, da 50 e da 100, anche banconote false da 5 euro, non molto diffuse sul mercato illegali, ma molto difficili da distinguere da quelle originali per la loro pregevole fattura ma anche per il largo impiego di tali banconote nella transazioni economiche di tutti i giorni.

Oltre alle banconote, i finanzieri hanno sequestrato anche due stampanti a getto d'inchiostro ad alta definizione utilizzate per rifinire cromaticamente le banconote, tre stampanti laser con le quali venivano apposti sulle banconote i numeri di serie e la filigrana, una etichettatrice semiautomatica con la quale si apponeva invece l'ologramma, un tagliacarte per suddividere infine la banconote, che sarebbero poi state messe in circolazione.

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