Bracconieri alla spiaggia della Gaiola rubano 1000 ricci di mare: beccati dalla guardia costiera

Raid di bracconieri nella notte nell'Area Marina Protetta della Gaiola, perla del Golfo di Napoli. Razziati circa mille ricci di mare, depredati purtroppo per le uova che si trovano nelle femmine, utilizzate per prelibati piatti, come gli spaghetti ai ricci. Ma la cui raccolta è vietata dalla legge, se non entro certi limiti. Il Paracentrotus lividus, il cosiddetto “riccio femmina”, è una specie protetta inserita nell’Annesso III del Protocollo SPAMI, in quanto “specie che necessita di una gestione oculata” e la cui pesca in Italia, oltre ad essere assolutamente vietata nelle Aree Marine Protette, è anche regolamentata, fuori dalle AMP, dal Decreto Ministeriale 12 Gennaio ’95. Tra l'altro ci troviamo in pieno periodo di fermo biologico della pesca del riccio di mare anche al di fuori delle Aree Marine Protette. Ma per i due bracconieri la spedizione è finita male. Sorpresi dagli operatori dell'AMP della Gaiola, infatti, sono stati poi presi dalla Guardia Costiera che ha sequestrato tutti i ricci. Saranno curati e poi liberati nuovamente in mare.
I bracconieri sorpresi dalle telecamere
L'episodio è avvenuto questa notte, giovedì 6 giugno 2025, tra l'1,30 e le 2,00, come reso noto dall'Amp, che parla di "importante operazione di contrasto alla Pesca di Frodo del Riccio di mare", peraltro, avvenuta in concomitanza con la Giornata internazionale delle Nazioni Unite per la Lotta alla Pesca Illegale e Giornata mondiale dell'Ambiente: "Siamo riusciti a portare a termine un'importante operazione contro la pesca di frodo del riccio di mare all'interno dell' Area Marina Protetta Parco Sommerso Di Gaiola. Ancora una volta grazie al sofisticato sistema di videosorveglianza del Parco ed alla costante attività di monitoraggio dell'area, è stato possibile individuare i bracconieri e far scattare l'allarme.Alle 01,30 di questa notte è stato infatti individuato un sub in piena zona A di riserva integrale con una piccola barca appoggio di colore bianco con una seconda persona a bordo. Immediatamente il personale del parco ha allertato la Guardia Costiera che ha mandato una motovedetta in zona.I due bracconieri, di origini puteolane, sono stati fermati in flagranza di reato dagli uomini della CP intervenuti sul posto".
Sequestrati mille ricci di mare
A bordo avevano 5 bacinelle colme di ricci di mare della specie Paracentrotus lividus, pronte per essere venduti molto probabilmente al mercato della ristorazione…Il pescato è stato quindi consegnato ai ricercatori del Parco per le analisi di rito e la successiva liberazione degli organismi nuovamente sui fondali dell’area marina protetta. In totale nell'International Day for the Fight against Illegal Fishing sono stati restituiti al mare circa 1000 ricci di mare (976) per un totale di oltre 60 kg.Il personale scientifico del Parco ha constatato come la quasi totalità di ricci, della specie Paracentrotus lividus, fosse sotto taglia, con esemplari di dimensioni anche inferiori ai 3 cm. Uno sciacallaggio vergognoso e privo di alcun senso visto che le gonadi (le cosiddetta "polpa" che si raccoglie per la vendita) in esemplari così piccoli sono praticamente quasi inesistenti.
Il direttore dell'Area Marina Protetta della Gaiola, Maurizio Simeone, ha commentato:
"È importante capire che questa attività di pesca illegale, oltre ad incidere drasticamente sulla popolazione di questa specie nell’area, provoca gravi ripercussioni sull’intera comunità biologica marina costiera. La rarefazione del Paracentrotus lividus, ha, ad esempio, immediate conseguenze negative sull’abbondanza degli stock ittici degli Sparidi, rappresentandone una delle fonti di nutrimento principali, e quindi, in ultima analisi, tale saccheggio continuativo sulle nostre coste danneggia direttamente anche i pescatori onesti dediti alla piccola pesca costiera.Questa problematica rappresenta una piaga nota da molto tempo lungo le nostre coste ed una volta era legata principalmente alla richiesta di ricci di mare proveniente dal mercato della ristorazione pugliese. Purtroppo negli ultimi anni la moda dello spaghetto al riccio di mare è entrata anche nella ristorazione locale innescando una recrudescenza esasperata, senza precedenti, di pescatori di frodo che saccheggiano letteralmente i nostri fondali per appagare la richiesta dei ristoranti ed in ultimo dei clienti.Essere consumatori responsabili potrebbe essere, quindi, il primo passo per sconfiggere questa piaga dei nostri mari".