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Morte di Lorenzo Toma, il prefetto: “Il Guendalina non verrà chiuso”

Un barista del Guendalina spiega: “Tutte le sere c’era l’ambulanza. Non so perché abbiano chiamato mezzi da fuori, forse in quel momento si era allontanata, ma la postazione di primo intervento è fissa nel locale”.
A cura di Davide Falcioni
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Sono scene strazianti quelle descritte a La Presse da un dipendente del Guendalina, il locale notturno in cui domenica mattina all'alba ha perso la vita Lorenzo Toma, 18 anni: "Ho visto un buttafuori che prendeva in braccio il ragazzo. Gli amici che si agitavano, ma con la calca e la musica non si riusciva a capire bene la gravità della situazione. Poi quando la musica si è spenta, intorno alle 7, abbiamo sentito le urla della fidanzata che continuava a ripetere ‘Non ci posso credere, eravamo venuti solo per divertirci. Non è possibile. Aiuto, aiuto. Non ci posso credere'. È stato straziante. Le urla si sentivano sin dentro al locale. Ci siamo sentiti male tutti".

Il testimone della tragedia, che lavora come barista al Guendalina, spiega: "Ho sempre visto la postazione di primo intervento. Tutte le sere c'era l'ambulanza. Non so perché abbiano chiamato mezzi da fuori, forse in quel momento si era allontanata, ma la postazione di primo intervento è fissa nel locale. Dev'esserci per legge". Una ragazza, amica di Lorenzo, ha raccontato che il giovane ha accusato il malore fatale dopo aver bevuto da una bottiglietta non sua: "Le bottiglie – continua il barman – da fuori non possono entrare, tutti vengono controllati all'ingresso. Noi al bar serviamo le bevande nei bicchieri. Solo il mezzo litro d'acqua viene venduto con le bottiglie di plastica".

In merito all'arresto di due spacciatori il barista afferma di non ricordare se fossero abituali frequentatori del locale: "Non lo so – spiega il giovane -, non ne ho idea, ma non scrivete subito che il ragazzo è morto per aver assunto droghe, non lo sappiamo. C'è tantissima gente per bene, gente che lavora, ma anche clienti che vogliono solo ascoltare la musica e ballare. Non dipingete il locale come un posto di deviati. Se l'autopsia ci dirà che è morto per aver preso qualcosa di illecito – ha concluso – spero diventi d'esempio per tutti gli altri".

Il Prefetto: "Il Guendalina non verrà chiuso"

A differenza di quanto avvenuto al Cocoricò, al momento non ci sarà nessun provvedimento di chiusura nei confronti del Guendalina, la discoteca di Santa Cesarea Terme dove domenica mattina è morto il 19enne di Lecce Lorenzo Toma. Lo ha spiegato il prefetto di Lecce Claudio Palomba al termine della riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica. Il comitato, dopo aver valutato quanto accaduto nel locale, per il momento si è limitato a disporre ulteriori accertamenti amministrativi sul locale al fine di verificare il rispetto di tutte le norme relative ai locali da ballo, come capienza e orari. Ulteriori decisioni arriveranno nel corso della prossima riunione prevista mercoledì dopo l'autopsia sul corpo del giovane che dovrà stabilire se il diciannovenne avesse assunto alcol o droghe. Intanto il direttore generale dell'Asl di Lecce ha smentito ogni ipotesi di ritardo nei soccorsi spiegando che la prima richiesta di intervento è arrivata alle 6,40 e la prima ambulanza con infermiere a bordo, partita da Poggiardo, è arrivata davanti alla discoteca dopo 17 minuti. Contestualmente è stato chiesto l'invio di un altro mezzo, che è partito da Scorrano ed è arrivato a Santa Cesarea dopo 40 minuti dalla prima telefonata

Si dimette il sindaco di Gallipoli che aveva attaccato le famiglie

Si è dimesso oggi il sindaco di Gallipoli, Francesco Errico, balzato agli onori del cronaca nelle ore scorse dopo una sua affermazione in seguito alla morte di Lorenzo Toma all’ingresso della discoteca Guendalina di Santa Cesarea Terme. "Se le famiglie esercitassero un po’ più di controllo sui figli non morirebbe un 18enne la settimana in disco. Se non sai educare non procreare" aveva scritto su twitter Errico scatenando subito un vespaio di polemiche che lo avevano costretto ad un immediato dietrofront. "Se ho offeso la famiglia chiedo umilmente scusa. Il mio post voleva solo proteggere i ragazzi che hanno bisogno di aiuto per evitare la droga" aveva scritto infatti l'ormai ex primo cittadino, aggiungendo: "Sono rammaricato perché il mio è stato solo un urlo di dolore e disperazione per chi,come me ha figli e nipoti di quell’età!". Ora le dimissioni che sono tate motivate con il venir meno della «stabilità politica», ma che molti osservatori ritengono possano essere messe in relazione con quanto

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