Vendita di San Siro, il verde Monguzzi promette battaglia: “Non ci sono i voti per approvare”

"L'operazione San Siro salta perché non ci sono i numeri, non ci sono in Consiglio comunale 25 consiglieri di centro-sinistra disposti a stare in aula e votare la delibera": esordisce così Carlo Monguzzi, consigliere comunale di Europa Verde a Milano, all'incontro promosso dal Comitato Sì Meazza per ribadire la contrarietà alla vendita dello stadio a Inter e Milan e alla sua demolizione per costruire un nuovo impianto.
"Io non voglio pensare – continua Monguzzi – che il primo atto di discontinuità chiesto da tutti i partiti sia che la componente ambientalista venga sostituita dal centro-destra".
Dopo l'inchiesta della magistratura sull'urbanistica che ha portato alle dimissioni dell'assessore Giancarlo Tancredi, la vendita di San Siro è slittata a settembre e in consiglio comunale si annuncia battaglia, con la conta dei consiglieri che si opporranno. Comunque vada sarà una vera e propria corsa contro il tempo perché il 10 novembre scatterà il vincolo paesaggistico sul secondo anello del Meazza che, dopo quella data, non potrà più essere abbattuto.
Quale futuro per San Siro?
Il Comitato Sì Meazza ha presentato, in un'affollata conferenza stampa, i numeri per cui lo stadio sarebbe sostenibile con gli introiti dei concerti e anche senza Inter e Milan, con l'ex vice sindaco di Milano (1985-1990) Luigi Corbani che ha spiegato: "Dagli ultimi bilanci di M-I Stadio srl, la società che gestisce il Meazza per Inter e Milan, solo il 30 per cento è dovuto all'attività calcistica, il resto è dovuto ad altre attività", dai concerti alle vendite degli ambulanti.
Ricavi che – sostiene il Comitato – potrebbero coprire le spese annuali di gestione, smentendo così uno degli argomenti adottati più spesso da chi sostiene la necessità della vendita dello stadio a Inter e Milan.
"Con tanti artisti, penso a Bruce Springsteen, penso a Little Steven, penso a Laura Pausini, penso a Vasco Rossi, abbiamo creduto e crediamo ancora che lo stadio di San Siro non vada demolito" spiega a Fanpage.it Claudio Trotta, anche lui nel Comitato e soprattutto promoter musicale da quarant'anni, l'uomo che ha portato in Italia tutta la musica internazionale, dal Boss Springsteen in giù e che con San Siro ha un legame strettissimo.
"Penso che sia in gioco tantissimo, San Siro è una questione nodale – continua Trotta – non è solo il simbolo iconico della città ma rappresenta un punto fondamentale per il futuro, lo stadio può stare in piedi anche senza le squadre di Milano, anzi la città si potrebbe pregiare di avere uno stadio dell'entertainment a 360 gradi e di essere un esempio europeo".