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Varese, vendeva documenti contraffatti sui social: si segue la pista del terrorismo internazionale

Il 35enne di origine cecana, arresto a Varese dagli uomini dell’antiterrorismo della Digos perché ritenuto responsabile di un traffico di documenti falsi, è ora anche sospettato di aver fatto parte della cellula terroristica autrice dell’attentato a Vienna dello scorso 4 novembre. Così come degli episodi terroristici di Nizza e Parigi. L’uomo, secondo la Procura, avrebbe rifornito di soldi e finto passaporto l’autore dell’attentato di Vienna. Nelle prossime ore sarà interrogato dal giudice per le indagini preliminari di Varese per la convalida dell’arresto.
A cura di Giorgia Venturini
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Il 35enne ceceno arrestato ieri dalla sezione antiterrorismo della Digos al termine dell'operazione "The Caucasian Job" sarebbe sospettato anche di aver fatto parte della stessa cellula terroristica a cui apparteneva il 20enne Kujtim Fejzulai che lo scorso 2 novembre a Vienna ha ucciso 4 persone e feritone altre 23 prima di essere freddato dalla polizia. Si tratta di Turko Arsimekov, arrestato due giorni fa nella sua casa di Varese al termine di un'inchiesta che lo vede a capo di un traffico di documenti falsi: il 35enne avrebbe venduto in tutta Europa, anche tramite i canali social, passaporti contraffatti per 1.500 euro.

L'uomo però dovrà chiarire anche i suoi possibili legami con il gruppo terroristico di Vienna. Gli investigatori della Digos e i pm della sezione antiterrorismo di Milano Alberto Nobili e Enrico Pavone stanno anche cercando di capire se l'uomo sia anche legato ai responsabili dei recenti attentati di Nizza, dove il 21enne Brahim Aoussaoui ha ucciso tre persone, e di Parigi, dove il 18enne Abdoullakh Abuyezidvich Anzorov ha decapitato il professore Samuel Paty nella basilica di Notre Dame. Dalle prime indagini, secondo quanto riposta Il Corriere della Sera, sarebbe emerso che il 35enne avrebbe fornito documenti falsi all'attentatore austriaco inviandogli anche denaro.

Il 35enne gestiva un traffico di documenti falsi

Le manette per il cittadino russo di etnia cecena sono scattate a Varese dove l'uomo aveva fatto richiesta di asilo presso l'ufficio immigrazione della questura la cui domanda è stata già bocciata. Secondo la Procura, il 35enne l'uomo riceveva da ogni cliente che riusciva a contattare tramite il web e i social un pagamento tra i 300 e i 1.500 euro via Monet transfer. Prima di fabbricare i documenti falsi e spedirli al destinatario con un semplice corriere. Ma Arsimekov non avrebbe agito da solo: gli investigatori hanno eseguito un decreto di perquisizione a Varese nei confronti di altri due uomini ritenuti suoi complici. Si tratta di due cittadini ucraini di 42 e 64 anni residenti irregolarmente sul territorio italiano. Durante l'attività di perquisizione la polizia ha sequestrato 30 documenti falsi: tra questi carte d'identità, patenti, passaporti, 4 computer e 14 cellulari.

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