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“Vallanzasca dopo 52 anni di carcere non deve uscire”: la Procura si oppone alla richiesta dei difensori

La Procura si oppone alla richiesta degli avvocati difensori di Renato Vallanzasca che hanno chiesto i domiciliari per l’ex boss della mala milanese degli anni ’70 e ’80: per i magistrati la sua salute è compatibile con il carcere.
A cura di Giorgia Venturini
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Per la Procura Renato Vallanzasca non potrà essere sottoposto ai domiciliari in una comunità e quindi non dovrà uscire dal carcere: per il pubblico ministero la sua salute è compatibile con la cella. Così la Procura nell'udienza di oggi lunedì 22 maggio – in cui Vallanzasca era presente in aula – davanti al Tribunale di Sorveglianza si è opposta alla richiesta degli avvocati difensori, i legali Corrado Limentani e Paolo Muzzi, che sperano in una detenzione domiciliare in una strutta adatta. Ora spetta al giudice decidere se concedere parte della libertà all'ex boss della mala milanese degli anni '70 e '80 e oggi a 73 anni è arrivato a trascorrere 52 anni di carcere.

Gli avvocati chiedono una perizia medica

Gli avvocati però hanno chiesto che almeno venga effettuata una perizia medico legale. Intanto loro hanno depositato una documentazione medica di due neurologi che spiegano che Vallanzasca, condannato all'ergastolo, da almeno quattro anni soffre di un decadimento cognitivo. Anche sulla perizia i medici decideranno nei prossimi giorni.

Vallanzasca può usufruire dei permessi premi

Intanto i giudici nelle settimane scorse hanno deciso che Renato Vallanzasca può usufruire dei permessi premio per frequentare una comunità. Per Tribunale di Sorveglianza, accogliendo la richiesta dei difensori, può uscire dal carcere durante i permessi e curarsi in una comunità. Il via libera per i permessi è arrivato dopo un primo semaforo rosso qualche mesi fa.

La Procura chiede sei mesi di isolamento

Se il Tribunale di Sorveglianza ha concesso i permessi, i giudici del Tribunale di Milano potrebbero decidere per l'isolamento in carcere: nei prossimi giorni i giudici potrebbero decidere di accogliere la richiesta della Procura di sottoporre l'ex boss della Comasina a sei mesi di isolamento duro.

La Procura di Milano nel chiedere l'isolamento ha fatto leva sul fatto che otto anni fa una nuova sentenza aveva colpito Vallanzasca, quando venne condannato per una tentata rapina commessa nel 2014 durante la libertà vigilata. Ora quindi si attende la decisione sulla richiesta dei domiciliari e una sull'isolamento in carcere.

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