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Renato Vallanzasca rischia l’isolamento in cella, ma intanto ottiene i permessi premio per uscire dal carcere

Dopo 52 anni di detenzione, Renato Vallanzasca ha ottenuto i permessi premio per poter uscire dal carcere e recarsi in una comunità. Ma settimana prossima una nuova sentenza potrebbe addirittura costringerlo all’isolamento in cella. L’avvocato del ex capo della banda della Comasina spiega a Fanpage.it il motivo di questa contraddizione.
A cura di Giorgia Venturini
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Renato Vallanzasca può usufruire dei permessi premio per frequentare una comunità. Lo ha deciso il Tribunale di Sorveglianza accogliendo la richiesta dei difensori, gli avvocati Corrado Limentani e Paolo Muzzi. Vallanzasca dopo 52 anni di carcere – dove sta scontanto delle pene all'ergastolo – può uscire dal carcere durante i permessi e curarsi in una comunità.

Se però il giudice del Tribunale di sorveglianza ha concesso le uscite all'ex capo della banda della Comasina, un altro giudice del Tribunale di Milano settimana prossima potrebbe decidere per un isolamento diurno della durata di sei mesi.

A chiedere l'isolamento è stata la Procura di Milano facendo leva sul fatto che otto anni fa una nuova sentenza aveva colpito Vallanzasca, quando venne condannato per una tentata rapina commessa nel 2014 durante la libertà vigilata. Fin da subito però i legali difensori, gli avvocati Corrado Limentani e Paolo Muzzi, si erano opposti alla richiesta di isolamento: primo perché era arrivata otto anni dopo l'ultima condanna e secondo perché Vallanzasca, 73 anni oggi, "non sta bene".

Per gli avvocati i nuovi permessi in comunità sarebbero ideali per Vallanzasca perché il detenuto soffre di un decadimento cognitivo e quindi non sarebbe in grado di rispettare le prescrizioni. Ha spiegato a Fanpage.it quanto sta accadendo uno dei due avvocati difensori Paolo Muzzi.

Cosa avevate chiesto al Tribunale di Sorveglianza?

Noi avevamo proposto reclamo contro una decisione con la quale non erano stati concessi i permessi. Il Tribunale di sorveglianza ha accolto il reclamo e quindi ha ritenuto che Vallanzasca sia stato giudicato meritevole dei permessi con modalità protette. Permessi che avverranno quindi in una comunità.

Il provvedimento con il quale i permessi non erano stati concessi era di gennaio, lo abbiamo impugnato e abbiamo fatto udienza ieri mercoledì 3 maggio. Oggi, 4 maggio, il giudice ha deciso a favore della nostra richiesta.

Eppure Vallanzasca potrebbe ancora essere sottoposto a isolamento diurno…

In settimana abbiamo udienza sulla richiesta di isolamento richiesta dalla Procura di Milano. L'isolamento diurno è stato richiesto dalla Procura sulla basa di un meccanismo previsto dall'articolo 78 del codice penale per il fatto che lui ha delle condanne all'ergastolo e delle condanne con pene temporanee.

La legge prevedere che la combinazione matematica di alcune pene oltre i cinque anni, per chi è già condannato all'ergastolo, determina anche all'isolamento. Vallanzasca in passato aveva già fatto l'isolamento. Ma ora, dal momento che successivamente alla condanna all'ergastolo è stato condannato anche per altri reati, secondo la Procura meriterebbe l'applicazione dell'isolamento.

Certo è che se il Tribunale di Milano accogliesse la richiesta dell'isolamento questo avrebbe delle conseguenze sui permessi. La decisione verrà presa settimana prossima.

Lui come sta? 

Non sta bene. Ha un decadimento cognitivo e delle condizioni di salute che sono quelle di una persona di 73 anni che è in carcere da 53 anni.

Chiede di poter uscire? 

Tramite noi, suoi avvocati, fa richieste di uscire. Dopotutto è per mezzo secolo che è in carcere, penso che sia uno dei detenuti che sta facendo più galera in assoluto nello Stato italiano. Chiede ora di avere quello che la legge prevede per chi ha un percorso in carcere come il suo.

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