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“Una donna mi ha costretta per anni a prostituirmi”: il racconto di una ragazza portata in Italia con l’inganno

Ogni sera era costretta a raggiungere una strada trafficata nel Paullese e a prostituirsi. Fino a quando non è riuscita a fuggire e a denunciare: ora a Crema si sta svolgendo il processo contro la sua madame.
A cura di Giorgia Venturini
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È stata convinta a raggiungere l'Italia dal suo piccolo paese della Nigeria con la promessa che avrebbe lavorato, quale fosse stato il suo lavoro lo avrebbe saputo però solo una volta arrivata a destinazione. Una volta in Lombardia, su disposizione della sua madame, ogni sera raggiungeva una via trafficata appena fuori Milano e qui era costretta a prostituirsi. Tutto quello che guadagnava le serviva per ripagare alla sua sfruttatrice il viaggio dalla Nigeria all'Italia, pari a 25mila euro. Questo il prezzo della sua libertà.

Questa è la storia di Federica (nome di fantasia), una delle tante vittime di tratta sfruttate in Lombardia. Nel 2019, grazie a un'associazione del territorio, è riuscita a scappare e a denunciare tutto alla Questura di Lodi. Ora finalmente in Tribunale a Crema è iniziato il processo che vede imputata la madame, la donna che ha sfruttato alla prostituzione Federica e altre ragazze.

L'arrivo in Italia

Federica ha raccontato così agli agenti della polizia il viaggio in Italia e i suoi mesi da vittima di tratta: "Provengo – si legge nel verbale – da un piccolo villaggio vicino a Benin City, la mia famiglia è molto povera quindi quando sono stata avvicinata da una donna che non avevo mai visto prima e che mi ha proposto di lavorare in Italia ho accettato. Sono sbarcata in Sicilia l'8 settembre del 2016, non ricordo con precisione il nome della città ma ricordo di essere stata collocata nel campo profughi di Partinico".

"Ho utilizzato il telefono a disposizione del campo per chiamare la donna che mi avrebbe poi ospitata in Italia, in quanto quest'ultima aveva già preparato tutti i documenti per me". A venire a prendere Federica nel campo profughi è stato un uomo nigeriano tre mesi dopo lo sbarco. I due hanno raggiunto Palermo per poi partire il giorno dopo per Milano. "Preciso che durante il soggiorno a Palermo l'uomo nigeriano che mi ha ospitato mi ha violentato. Lì sono rimasta per alcuni giorni, dopo di che un altro uomo nigeriano mi ha prelevato dall'abitazione e mi aveva fatta salire su un bus diretto a Milano".

Il viaggio verso Milano

Federica ha viaggiato tutta la notte fino a quando non è arrivata nel capoluogo lombardo. Alla stazione Centrale si presenta un altro uomo nigeriano di 30 anni: "Con lui ho preso un treno diretto a Mantova e siamo andati a casa sua a piedi, era abbastanza distante dalla stazione. (…) Sono stata ospite da lui per circa tre mesi. Dopo qualche giorno dal mio arrivo è arrivata la sorella del 30enne, si è presentata come la mia madame".

Da qui è iniziato lo sfruttamento. Federica non sapeva ancora che tipo di lavoro avrebbe fatto in Italia. Lo ha capito quando la madame si è presentata con abiti succinti e le ha ordinato di indossarli: quando la ragazza si è rifiutata è stata presa a schiaffi. Poi la prima sera in strada.

La prima sera in strada

"Verso le sei di sera siamo uscite, siamo andate in un negozio dove la madame ha comprato una scatola di preservativi. Ci siamo dirette in stazione a Mantova, prendendo il treno diretto a Crema, poi siamo scese e preso un pullman per San Donato Milanese, sulla strada statale denominata "paullese" all'altezza di un supermercato". Qui la madame ha raccolto della legna e accesso il fuoco. Ha costretto la ragazza a mettersi gli abiti succinti. "Preciso che anche quella sera anche lei si è prostituita. Subito dopo mi ha indicato cosa fare dei preservativi che mi aveva fornito".

La madame la istruisce, le dice di chiedere 20/30 euro per le prestazioni in macchina mentre 200 euro se in motel. "Non avevo scelta e ho cominciato", così Federica ha lavorato la sua prima notte. Quando si mostrava timida veniva picchiata. Alla fine della serata tutto quello che guadagnava lo consegnava alla sua sfruttatrice: doveva lavorare per ripagare i 25mila euro del viaggio.

La fuga e la denuncia

Nel 2017 la madame e le tre ragazze vittime di tratta si sono trasferite a Crema: "La madame ogni sera mi chiamava per sapere se ero arrivata sul luogo di lavoro e quando tornavo bussavo, perché non mi aveva mai dato le chiavi dell'appartamento. Ho continuato a prostituirmi sempre sulla strada statale Paullese fino a luglio 2018, quando ho accettato di entrare in questo programma".

Federica una sera è stata avvicinata dai volontari di una associazione che portano assistenza alle vittime di tratta come lei, quella sera ha deciso di seguirli, raccontare tutto quello che le era successo e denunciare. Da allora sono scattate le indagini e pochi mesi fa è iniziato il processo alla madame, la donna che tramite complici adescava le giovani in Nigeria e le metteva in strada nel Milanese costringendole a prostituirsi.

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