Uccise il suocero a coltellate e tentò di sgozzare l’ex moglie, il testimone: “La colpiva, era coperta di sangue”

"Ero in camera a studiare e ho sentito il grido di una donna. Sono uscito e ho visto un uomo che inveiva contro una donna e la colpiva al volto con un coltello. Lei era piena di sangue". A parlare è il primo testimone ascoltato ieri, venerdì 6 giugno, in occasione della seconda udienza in Corte d'Assise di Varese nell'ambito del processo per tentato omicidio premeditato e omicidio volontario a carico di Marco Manfrinati, l’ex avvocato di Busto Arsizio che il 6 maggio 2024 uccise il suocero a coltellate e tentò di sgozzare l’ex moglie Lavinia Limido, sfigurandola in volto. L'uomo è già stato condannato a quattro anni e cinque mesi per stalking.
Secondo quanto ricostruito dalla indagini, Manfrinati avrebbe aspettato l'ex moglie fuori dallo studio del padre, in via Ciro Menotti, per poi aggredirla con un coltello. Fabio Limido, geologo di 71 anni, ha perso la vita nel tentativo di difendere la figlia. Una tragedia annunciata: l'uomo era infatti già stato denunciato dall’ex compagna e madre di suo figlio, da cui si era separato nell'estate del 2022, ed era stato recentemente sottoposto alla misura del divieto di avvicinamento (ma non alla custodia cautelare in carcere) dal gip di Varese che l'aveva descritto come "pericoloso" e "incapace di controllare i propri impulsi e di contenere la rabbia".
"Sappi che ammazzerò te, tua madre, nostro figlio, e sai che lo faccio", aveva raccontato Lavinia Limido a Fanpage.it dopo l'aggressione. "Gli ultimi due anni sono stati tremendi. Pochi mesi fa è stato trovato con un martello in macchina, aveva detto che il suo piano era quello di sfondare i finestrini dell'auto e sgozzarci. Abbiamo denunciato più volte, però il sistema Italia è un sistema di giustizia lungo. Quando l'ho conosciuto sembrava il classico bravo ragazzo. Poi mi ha isolata, e infine perseguitata, umiliata e picchiata, sono fuggita dalla mia famiglia. Mi ha salvata mio padre, è stata la sua dichiarazione d'amore più profonda".
Oggi, in occasione della seconda udienza in Corte d'Assise, un ragazzo di 21 anni ha testimoniato, ricordando quando quel 6 maggio decise di intervenire con un bastone da passeggio insieme al padre di Lavinia, che aveva in mano una mazza da golf, per provare a fermare l'auto di Manfrinati "che ha messo la retromarcia, provando a investire" l'ex suocero. Nel corso dell'udienza, è arriva anche la richiesta di una perizia psichiatrica per Manfredini da parte del suo avvocato difensore, Fabrizio Busignani, sulla quale la Corte si è riservata di decidere. Richiesta che, tra l'altro, il legale aveva già avanzato in occasione dell'udienza preliminare, ma era stata respinta.
Lavinia Limido e sua madre Marta Criscuolo saranno, invece, ascoltate nella prossima udienza, attesa il 27 giugno, quando sarà anche visionato il video registrato la mattina del delitto dall’impianto di videosorveglianza che riprende una parte di via Menotti.