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Uccisa perché non vuole sposarsi, un amico di Sana Cheema: “Se vado in Pakistan mi fanno fuori”

Secondo la Procura di Brescia, Sana Cheema è stata uccisa da suo padre e suo fratello in Pakistan nel 2018. Un amico della ragazza ha raccontato che lei sapeva di doversi sposare, ma che sarebbe tornata in Italia se non avesse trovato la persona giusta. Temendo per la sua incolumità, il ragazzo ha chiesto l’anonimato.
A cura di Enrico Spaccini
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"Ho paura per la mia vita dopo quello che ho detto". A parlare è un amico di Sana Cheema, la 25enne pachistana che viveva a Fiumicello (in provincia di Brescia) e che secondo la Procura cinque anni fa è stata uccisa dal padre e dal fratello nel suo Paese di origine. Il ragazzo, suo connazionale, ha raccontato quello che sapeva davanti alla Corte d'Assise e dice di essere preoccupato per la sua incolumità: "Se vado in Pakistan mi fanno fuori".

Il matrimonio combinato in Pakistan

L'omicidio risalirebbe al 18 aprile del 2018. Sana si trovava nel distretto di Gujrat e presto sarebbe salita nell'aereo che l'avrebbe riportata in Italia. L'amico ha spiegato davanti ai giudici che la 25enne sapeva di essere tornata in Pakistan per sposarsi. Il matrimonio glielo aveva combinato la sua famiglia, ma Sana era sicura che se non avesse trovato la persona giusta sarebbe tornata a vivere a Brescia.

In Lombardia, però, non è mai tornata. Secondo gli inquirenti, suo padre Mustafa e suo fratello Adnan l'hanno uccisa strangolandola a morte. I due, in un primo momento, avevano confessato l'omicidio per poi ritrattare la loro posizione durante il processo al Tribunale di Gujrat nel febbraio del 2019. Alla fine, sono stati assolti per mancanza di prove.

Il processo, invece, sta continuando in Italia anche se gli imputati si trovano a migliaia di chilometri di distanza. "Hanno potere in patria", avverte l'amico di Sana, "se riescono a fare fuori la figlia, figurati cosa possono fare a me". Il ragazzo ha poi chiesto che non vengano diffuse sue foto e nemmeno che venga scritto il suo nome: "Ho paura di essere ucciso quando vado in Pakistan".

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