Uccisa da una barca, i genitori di Greta chiedono giustizia: “La sua perdita è una condanna a vita”

"Vogliamo verità e giustizia": è quanto affermato dai genitori di Greta Nedrotti, la ragazza di 25 anni che sabato scorso è morta dopo essere stata travolta da un motoscafo sul lago di Garda nei pressi di Salò. La 25enne, che è stata sbalzata in acqua ed è morta annegata, si trovava sull'imbarcazione di Umberto Garzarella, deceduto sul colpo. Per la loro morte sono indagati due turisti tedeschi accusati di duplice omicidio colposo e omissione di soccorso. Oggi, inoltre, si svolgerà l'autopsia sui corpi delle due vittime.

I genitori: Ogni dettaglio può essere importante

"Ogni dettaglio può essere importante. Crediamo di dovere alla nostra amatissima Greta almeno un tributo di verità e di giustizia. Per noi la perdita di Greta è già una condanna a vita", affermano i genitori che chiedono a chiunque abbia visto qualcosa di comunicarlo al comandante dei carabinieri di Salò, al sostituto procuratore o ai loro legali. Nei prossimi giorni saranno svolti altri esami e perizie sulle imbarcazioni. Intanto uno dei due indagati è risultato negativo all'alcoltest mentre il secondo si è rifiutato di sottoporsi all'esame: "È un suo diritto", afferma l'avvocato a Fanpage.it.

Le amiche chiedono di poter laurearsi in sua memoria

Sempre oggi le amiche di Greta hanno affermato che chiederanno al rettore dell'Università State di Brescia, dove la 25enne era iscritta in Economia, di poter sostenere gli ultimi due esami e discutere la tesi di laurea in sua memoria. A Greta infatti mancava veramente poco per poter conseguire il titolo che voleva ottenere entro la fine dell'anno. Proprio ieri avrebbe dovuto sostenere il penultimo esame.