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Truffavano i pazienti facendo pagare le dentiere il doppio: chiuse le indagini

Sono state chiuse le indagini dell’inchiesta relativa ad alcuni medici e imprenditori che gonfiavano i prezzi delle protesi dentarie facendo così pagare il doppio ai propri pazienti.
A cura di Ilaria Quattrone
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Sono state chiuse le indagini per i medici e gli imprenditori accusati di corruzione dalla Procura di Milano. Le indagini, svolte nell'Azienda socio sanitaria territoriale (Asst) Nord Milano e nell'ospedale Delmati di Sant'Angelo Lodigiano, avevano portato all'arresto di cinque persone che erano stato poste ai domiciliari a maggio scorso. Una di loro, è stata poi scarcerata dal tribunale del Riesame.

In totale gli indagati sono nove. Con loro c'è anche una società. Sette persone sono accusate di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione di alcuni medici che, dietro compenso, avrebbero favorito l'attività commerciale della società.

In cosa consisteva il sistema

Stando a quanto ricostruire dagli inquirenti, Roberta Rosaria Micciché – titolare della Wisil Latoor – insieme ai suoi soci e dipendenti avrebbe creato un sistema – nato nel 2013 e durato fino al 2022 – che prevedeva la vendita di dentiere e apparecchi al doppio del prezzo. Un costo oneroso che sarebbe ricaduto interamente sulle spalle dei pazienti. Una parte dell'incasso, sarebbe stato poi girato ad alcuni specialisti compiacenti.

Tra loro, c'è il dentista Gianfranco Colella che – sempre secondo quanto scoperto dagli investigatori – avrebbe incassato 97mila euro dalla Wisil. Accuse simili anche per l'odontoiatra Giorgio Coccolo. Entrambi sono accusati di corruzione e associazione per delinquere. Con loro, anche gli imprenditori della Wisil.

Tra gli altri medici finiti sotto inchiesta, c'è Pietro Poidomani (Asst Milano Nord), Umberto Lorè (Asst Milano Nord) e Francesco De Micco (Asst Melegnano e della Martesana). Gli ultimi due, insieme a Coccolo, si sarebbero messi a servizio della società. In base a quanto scoperto dagli inquirenti, avrebbero deciso di farsi pagare le forniture, nei loro studi privati, con uno sconto tra il 5 e il 10 per cento. In questo modo, avrebbero avuto prezzi più favorevoli e concorrenziali che avrebbero poi usato con i loro pazienti.

Prima di poter richiedere il rinvio a giudizio, sarà necessario dare tempo alle difese di ribattere sempre che decidano di farlo.

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