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Troppi morti in Lombardia, Pregliasco: “Decessi legati a diffusione del virus, calo tra 2 settimane”

Nella giornata in cui in tutta Italia si è registrato il triste record di decessi per Coronavirus, nella sola Lombardia sono morte 347 persone: “Il dato sui morti in Lombardia è legato in proporzione alla popolazione e alla diffusione del virus – spiega il virologo Fabrizio Pregliasco a Fanpage.it – Il virus è ancora uguale a quello dell’inizio e la popolazione ha una quota rilevante di anziani e fragili, più inclini ad avere effetti pesanti”. Per Pregliasco “si sta vedendo la luce in fondo al tunnel, ma i decessi sono un elemento dolorosissimo e devastante con cui dovremo convivere ancora per qualche settimana”.
Intervista a Prof. Fabrizio Pregliasco
Virologo dell'Università Statale di Milano, direttore sanitario dell'ospedale Galeazzi
A cura di Simone Gorla
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Fabrizio Pregliasco
Fabrizio Pregliasco

"Si sta vedendo la luce in fondo al tunnel, ma i decessi sono un elemento dolorosissimo e devastante con cui dovremo convivere ancora per qualche settimana. Sarà ultimo indicatore a migliorare". Lo ha detto a Fanpage.it Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università di Milano, analizzando il dato del bollettino di giovedì 3 dicembre. In Lombardia si sono registrati 347 morti, mai così tanti dalla scorsa primavera. Nonostante questo, la situazione è ritenuta in via di miglioramento e si ipotizza un passaggio in zona gialla dall'11 dicembre.

Perché così tanti decessi in Lombardia?

Il dato sui morti in Lombardia è legato in proporzione alla popolazione e alla diffusione del virus. I decessi di oggi sono causati da una storia di sofferenza più o meno lunga. Sono figli di contagi avvenuti a fine ottobre o inizio novembre. Ora vediamo un allungamento dei tempi di ricovero nei reparti e in terapia intensiva. Le cure sono migliorate, e voglio sottolineare che più persone vengono dimesse dalla rianimazione. Ma il virus è ancora uguale a quello dell'inizio, ha le stesse caratteristiche, e la popolazione ha una quota rilevante di anziani e fragili, più inclini ad avere effetti pesanti. Questo spiega il numero terribile di ieri.

Altrove però si muore di meno, perché?

È difficile fare il confronto con altre nazioni, ognuno ha modalità diversa di raccogliere i dati. C'è chi valuta il decesso provocato dal Covid solo se avviene dopo 28 giorni dalla diagnosi. Difficile fare un paragone. Capiremo meglio con i dati sulla mortalità generale.

Come spiega il dato dei ricoveri in calo, mentre le vittime aumentano?

Oggi la quota di decessi in ospedale è più rilevante rispetto all'inizio della pandemia, quando si moriva di più a casa. Una parte importante di persone però ce la fa, oggi riusciamo con un approccio terapeutico migliore a salvare più vite.

Quanto ci vorrà per vedere calare anche la curva dei decessi?

Ancora una settimana o due, purtroppo: sono diminuiti i casi, i ricoveri, i soggetti in rianimazione: speriamo quanto prima anche in un calo dei decessi.

Pensa sia giusto parlare di zona gialla e chiedere di non chiudere i comuni per Natale?

Ci vuole un po' di libertà, ma va assolutamente dosata e centellinata. Non abusiamone. Attenzione perché ogni contatto in questo momento è un rischio, dobbiamo essere attenti.

Si aspetta la terza ondata?

L'ipotesi di una terza ondata c'è, viene dalla storia delle pandemie pregresse. L'intensità con cui arriverà dipenderà dai nostri comportamenti e da quanto saremo attenti.

A gennaio potrebbe arrivare anche l'influenza stagionale, e le vaccinazioni sono in ritardo.

Per ora l'influenza non è arrivata, per fortuna. Speriamo che le misure anti Covid la rallentino, ma ce la aspettiamo dopo Natale. C'è stata una difficoltà su vaccini, ma siamo ancora in tempo perché la stagione non è iniziata. Possiamo recuperare.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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