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Trezzano sul Naviglio, vandalizzato il monumento dedicato a Giovanni Falcone: “Un atto codardo”

Il monumento a Trezzano sul Naviglio dedicato al giudice Giovanni Falcone e le altre vittime della strage di Capaci è stato vandalizzato: è stato in parte dato a fuoco e riempito di scritte con della vernice nera. A denunciare quanto accaduto la segretaria metropolitana del Pd milanese Silvia Roggiani: “Si tratta di un atto codardo”.
A cura di Giorgia Venturini
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Il tentativo di bruciare qualcosa e le scritte incomprensibili scritte con della vernice nera. Così è stato vandalizzato il monumento dedicato alle vittime della strage di Capaci, il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Il fatti risalgono nel pomeriggio di ieri 11 novembre a Trezzano sul Naviglio, alle porte di Milano. "Un atto codardo e un insulto a tutta la comunità di Trezzano. Non possiamo accettare atti del genere contro uno dei simboli della lotta alla mafia", hanno commentato così il gesto la segretaria metropolitana del Pd milanese Silvia Roggiani e il segretario del Pd di Trezzano sul Naviglio Luciano Martin. Per i due rappresentanti del Pd si tratta di Villipedio che non può essere giustificata con una bravata: "Per questo merita la nostra ferma condanna". E poi aggiungono: "A 29 anni dalla strage di Capaci dobbiamo ancora oggi contrastare la mafia in ogni sua forma e ovunque essa sia. È quello che ci chiederebbero le grandi donne e uomini che hanno dato la vita in questa guerra".

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Tre atti vandalici anche alla targa in memoria di Lea Garofalo

Lo scorso settembre a Milano era stata bruciata la targa posta sulla panchina rossa di Piazza Prealpi dedicata a Lea Garofalo, la donna che si ribello alla sua famiglia di ‘ndrangheta e per questo è rimasta uccisa. La targa, come hanno ricordato gli attivisti di Libera, è stata deturpata per la terza volta: grazie ai volontari la targa è ritornata come prima dell'atto vandalico. La si può vedere in piazza Prealpi dove in un appartamento la testimone di giustizia venne uccisa il 24 novembre del 2009: il corpo venne poi portato a Monza e dato alle fiamme per ore. Per questo ogni atto vandalico è uno "sfregio alla memoria di una donna come Lea, e di tutte le donne che si battono contro le violenze. Se pensano di scoraggiarci si sbagliano propio. Ne metteremo presto una nuova e lo faremo ogni volta che servirà" avevano scritto gli attivisti di Libera dopo il secondo episodio di vandalismo dello scorso aprile quando qualcuno però a dare fuoco alla targa in memoria di Lea.

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