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Tende un cavo in strada, Alex Baiocco resta in carcere: “In cella ho capito che qualcuno poteva morire”

Alex Baiocco resta in carcere, ora con l’accusa di blocco stradale e non più di strage. Insieme a due complici, il 24enne nella notte tra il 3 e 4 gennaio aveva teso un cavo d’acciaio da una parte all’altra di viale Toscana a Milano.
A cura di Enrico Spaccini
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Resta in carcere Alex Baiocco, il 24enne che nella notte tra mercoledì e giovedì 4 gennaio insieme a due complici ha teso un cavo d'acciaio lungo viale Toscana a Milano. Il ragazzo, ora accusato di blocco stradale e non più di strage e attentato alla sicurezza dei trasporti, ha raccontato durante l'interrogatorio di convalida dell'arresto che si trattava di "un gioco senza regole", fatto in una serata in cui erano "ubriachi" e di aver capito "che poteva fare danni". Il gip Domenico Santoro ha anche disposto che la direzione del carcere trasmetta con urgenza "dettagliata e approfondita relazione sanitaria che descriva le condizioni di salute psico-fisica" del giovane.

La convalida dell'arresto e l'accusa di blocco stradale

L'ordinanza di convalida dell'arresto e di applicazione della misura cautelare è stata depositata dal gip nella mattinata di oggi, sabato 6 gennaio. Il giudice ha descritto la condotta del 24enne e dei suoi complici come "scellerata", ravvisando anche un'importante fragilità nel ragazzo. Da quanto è emerso finora, il 24enne avrebbe alle spalle cure psichiatriche e un ricovero, oltre a problemi di tossicodipendenza. Il ragazzo avrebbe riferito di essere in cura al San Paolo, ma anche "di aver smesso da un paio di mesi di assumere le terapie".

"Mi sono rappresentato i danni che poteva determinare il filo che io stesso avevo contribuito a stendere", ha raccontato Baiocco, spiegando di essersi reso conto che tendere quel cavo tra un palo della segnaletica e la pensilina di un autobus avrebbe potuto far male a qualcuno. "Non ho pensato che qualcuno poteva morire", ha continuato, "solo in cella ho riflettuto e capito che qualcuno poteva morire".

Il passaggio dell'auto contro il cavo preso da un cantiere

Il cavo, per fortuna, non ha ucciso nessuno ma ha comunque provocato seri danni a un'auto di passaggio. "Abbiamo sentito un boato", ha detto Baiocco ricordando il momento in cui una Fiat Banda ha impattato contro il cavo d'acciaio, rompendolo. "Mi sono pentito perché sarei dovuto tornare indietro a soccorrere l'automobilista", ha continuato il 24enne.

Come ipotizzato in un primo momento dai carabinieri, il cavo d'acciaio usato da Baiocco insieme a due complici (uno dei quali non è stato ancora identificato) era stato preso da un vicino cantiere in zona Ripamonti. "Abbiamo trovato questa bobina e abbiamo iniziato a giocare a fare il salto della corda", ha raccontato il 24enne, "eravamo ubriachi, a qualcuno, non mi ricordo chi, è venuta questa idea stupida di legare la corda da un lato all'altro della strada".

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