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Perché il 24enne che ha teso il cavo in strada è accusato di strage e perché rischia 15 anni di carcere

Alex Baiocco, il 24enne che ha teso un cavo di metallo da un lato all’altro della carreggiata di viale Toscana a Milano mettendo in pericolo la vita di ciclisti e motociclisti, è accusato di strage. L’avvocata Anna Cinzia Pani spiega a Fanpage.it quanti anni rischia di carcere.
Intervista a Anna Cinzia Pani
Avvocata e responsabile dipartimento penale di AL Assistenza legale.
A cura di Giorgia Venturini
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È stato arrestato per strage e attentato alla sicurezza dei trasporti Alex Baiocco, il 24enne che ha teso un cavo di metallo da un lato all'altro della carreggiata di viale Toscana a Milano ad un'altezza dal suolo di circa un metro e mezzo. Ha messo a rischio la vita di tutti i ciclisti e motociclisti che passavano da quella via. Con lui c'erano due complici, che sono ancora ricercati: Baiocco ha spiegato che li ha conosciuti sui social.

Ad evitare il peggio è stato un testimone che ha subito chiamato il 112: i carabinieri sono immediatamente intervenuti e dopo pochi minuti hanno rintracciato il 24enne. "Mi annoiavo, era una bravata", si sarebbe così giustificato durante il primo interrogatorio dopo l'arresto. Ora il ragazzo deve difendersi dall'accusa di strage. A spiegare a Fanpage.it in cosa consiste e quanto rischia ora il ragazzo è l'avvocata Anna Cinzia Pani, responsabile dipartimento penale di AL Assistenza legale.

Perché l'accusa in questo caso è di strage?

Perché secondo quanto disciplinato dall'articolo 422 del codice penale è accusato di questo reato chi, al fine di uccidere, compie atti tale da porre in pericolo la pubblica incolumità. Quindi in anzitutto viene preso in considerazione il bene tutelato dalla norma, in questo caso appunto la pubblica incolumità che questi ragazzi hanno messa in pericolo stendendo il cavo metallico in mezzo alla strada. Quindi viene a loro associato il reato di strage anche se questa non è stata portata a compimento. Ha ugualmente posto in pericolo la pubblica incolumità.

Perché non esiste il reato di tentata strage?

Perché è sufficiente il solo fatto di mettere in pericolo la pubblica incolumità. La condotta di questi ragazzi ne aveva già determinato la pericolosità e quindi avevano già consumato il reato. Esaminando la condotta posta in essere questa era in grado a tutti gli effetti di mettere in pericolo la vita delle persone. Anche se non ci sono stati feriti e morti: la differenza in questo caso verrà fatta durante la sentenza.

Quanto rischia ora in termini di pena? 

Secondo quanto disciplinato dall'articolo 422 del codice penale la pena non sarà inferiore a 15 anni. Si terrà conto anche del fatto che il 24enne arrestato ha precedenti penali.

Perché l'accusa non è di tentato omicidio? 

Nell'omicidio il bene protetto dalla norma è la vita umana riferita al singolo individuo determinato. Nella strage invece si pone in pericolo la vita di più persone e quindi della collettività. Nel caso di quanto accaduto in viale Toscana a Milano in pericolo è stata la pubblica incolumità: per questo la gravità è molta più alta. Il pericolo in questo caso è nei confronti quindi di una collettività molto più ampia che del singolo tentato omicidio: l'azione di questi ragazzi poteva provocare la morte di più persone. Anche tante. In questo caso, ripeto, non si può parlare di tentato.

L'arrestato si difeso dicendo che ha agito perché si "annoiava", dicendo che si trattava di "una bravata". Questa dichiarazione che conseguenze avrà a livello giuridico?

Sicuramente non ha dimostrato di comprendere la pericolosità dell'azione e questo non gioverà a suo favore: non fanno altro che incrementare la sua posizione. Lui ha voluto affermare che non ci fosse il dolo, la volontà, nella sua azione. Si tratta però di dolo eventuale, ovvero il ragazzo ha accettato che si possa verificare un pericolo e nonostante tutto ha agito. È ugualmente grave.

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