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“Sul furgone esploso a Milano non c’era l’estintore”: due sopralluoghi nella ditta proprietaria

Sembrerebbe che sul furgone che è esploso in Porta Romana a Milano, non sarebbe stato trovato l’estintore: gli inquirenti vogliono capire che tipo di dotazioni hanno i mezzi della ditta proprietaria del veicolo esploso e, per questo motivo, hanno svolto due sopralluoghi.
A cura di Ilaria Quattrone
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Sembrerebbe che il furgone esploso, giovedì 11 maggio, in Porta Romana a Milano non avesse a bordo l'estintore: un'ipotesi che se confermata dimostrerebbe che il veicolo non lo avesse in dotazione. Per questo motivo tra giovedì e venerdì 12 maggio, i carabinieri – coordinati dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e dal pubblico ministero Luca Gaglio – hanno svolto due sopralluoghi nell'azienda di autotrasporti Zanaria, in provincia di Novera.

I sopralluoghi nell'azienda proprietaria del furgone

I magistrati, che indagano per disastro colposo e lesioni colpose ai danni dell'autista del furgone e di una suora che è rimasta ferita, hanno acquisito i documenti e i militari hanno fotografato le dotazioni di sicurezza come gli estintori. Saranno effettuate verifiche anche sull'abbigliamento per gli operai necessario per i trasporti speciali e sulla formazione che i dipendenti hanno ricevuto in azienda.

Sembrerebbe infatti che, il giorno dell'incidente, il conducente del camion indossasse una semplice tuta. A queste, si aggiungono le verifiche relative al rispetto delle norme sul trasporto dei materiali speciali.

Nelle prossime ore, quindi, potrebbero arrivare i nomi dei primi indagati che potrebbero essere tra i vertici dell'azienda di autotrasporti, ma potrebbero finirci anche i responsabili della società che produce le bombole. E, infatti, saranno analizzati sia i rilievi fotografici effettuati dai vigili del fuoco che le bombole sequestrate.

Le cause dell'incendio

Per quanto riguarda le cause dell'incendio, al vaglio c'è l'incendio partito dal motore del furgone che una perdita partita proprio da una bombola di ossigeno. Sembrerebbe che l'incendio sia partito comunque all'interno dell'abitacolo nella zona dei pedali di guida.

Nel frattempo i residenti di Porta Romana fanno i conti con i danni causati dall'esplosione: "Ci vorranno sei mesi, forse anche un anno prima che possa rientrare in casa", racconta un ingegnere 70enne che vive nell'edificio di via Vasari, 22 che è il condominio che ha registrato più danni. In tutto sono trenta i cittadini rimasti senza casa. Alcuni condomini hanno trascorso la prima notta all'Unahotels di via Ludovico Muratori.

Qualcuno ha trovato posto da parenti e amici. Inagibile la farmacia che si trova al civico 19 mentre i bambini della scuola privata gestita dalle suore tornerà in classe già lunedì.

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