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“Sua figlia non ha una disabilità così grave”: così negano la fisioterapia a una ragazza con tetraparesi spastica

Sharon Racamato ha 25 anni e soffre dalla nascita di tetraparesi spastica: al momento le vengono concessi solo 1.800 euro, spendibili in sei mesi, da Regione Lombardia questo perché la sua disabilità non è considerata molto grave.
A cura di Ilaria Quattrone
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Sharon Racamato ha 25 anni e soffre dalla nascita di tetraparesi spastica, una forma di paralisi che coinvolge contemporaneamente tutti gli arti e che comporta una perdita parziale o completa del movimento. La ragazza vive a Palazzago (Bergamo) con la madre Romina Mauri. Fino ai 18 anni le è stato possibile avere gratuitamente la fisioterapia ambulatoria.

Da alcuni anni, però, questo diritto non le è più riconosciuto. Per ottenere un sostegno economico e sedute di fisioterapia gratuite da Regione, è necessario seguire una determinata procedura: "Tre anni fa – racconta la madre a Fanpage.it – mi ha chiamato l'assistente sociale del comune in cui vivo per chiedermi un colloquio durante il quale mi avrebbe illustrato gli aiuti economici previsti per la patologia di mia figlia. Mi ha spiegato che esistono diversi tipi di certificazioni: la B1 per le gravissime disabilità e la B2, per quelle più lievi".

Il nodo certificazioni

Romina ha così deciso di informarsi con l'Agenzia di tutela di Salute del suo territorio: "Ho chiesto un colloquio con l'assistente sociale di Ats. Anche lei mi ha spiegato tutte le procedure. Mia figlia però non ha diritto al riconoscimento della misura B1 perché non è considerata una disabile grave: la gravità è data da un punteggio su una scala da uno a dieci. Per potere ottenere la B1 è necessario avere un punteggio minimo di 9 e quindi essere completamente allettata, ma mia figlia non lo è".

E infatti la fisiatra della 25enne, le ha riconosciuto un punteggio di 8: "Perché muove la mano sinistra, mangia da sola e riesce a cambiarsi la maglia. Lei però non cammina, ha anche il pannolino". Considerato il punteggio assegnato alla ragazza, la madre non ha mai presentato domanda per la misura B1.

"Sono tornata dall'assistente sociale del comune con la certificazione per l'ottenimento della B2 ed è passata senza problemi. Attraverso questa, vengono riconosciuti 1.800 euro divisi in sei mesi. Si tratta di trecento euro al mese. Ho solo quell'aiuto mentre con la misura B1 avrei un assistente, un fisioterapista e un aiuto economico più alto".

Romina però non si è mai arresa soprattutto dopo che è venuta a conoscenza della storia di una coetanea di Sharon: "Una mia conoscente ha una figlia più o meno dell'età della mia. Anche lei ha la stessa patologia. Anzi: questa ragazza riesce a fare qualche passo autonomamente mentre mia figlia può solo alzarsi dal letto e arrivare in carrozzina. Nonostante questo, a quella ragazza è stata riconosciuta la misura B1. Perché a una ragazza sì e all'altra no?".

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Le parole di Ats

"Per questo motivo sono tornata in Ats chiedendo se fosse cambiato qualcosa nelle procedure, ma purtroppo serve sempre lo stesso punteggio per ottenere la misura B1". Dall'agenzia di tutela della salute, sentita da Fanpage.it, è stato specificato che Sharon non è beneficiaria della misura B1 perché non è stata presentata domanda, ma che le è stata riconosciuta la B2 così come richiesto dalla madre: "Per l'anno in corso i bandi non sono ancora aperti (lo saranno a breve) e pertanto non è possibile in data odierna ripresentare la domanda".

Quanto costano le sedute

Ma in ogni caso, come spiegato dalla madre, la ragazza non potrebbe accedervi: "Se riuscisse a rientrare, potrebbe avere la fisioterapia gratuita. Sarebbe già un aiuto. Mia figlia dovrebbe fare fisioterapia almeno tre volte alla settimana, ma riesce a farlo solo una volta. Di più non riesco. Una seduta costa 45 euro e a questo bisogna aggiungere i costi del corso di nuoto".

"Per questo motivo sto chiedendo aiuto a chiunque per sostenere le spese. Se mia figlia non dovesse fare fisioterapia, rischierebbe o di dover essere sottoposta a un intervento ogni due-tre anni per l'allungamento dei tendini o, nel peggiore dei casi, di essere costretta per sempre a un letto".

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