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Stordiva e spogliava le clienti, ma la Procura archivia: come agiva il molestatore seriale

Un barista è accusato di aver abusato, narcotizzato e sequestrato tre ragazze tra il 2019 e il 2020. Nonostante la credibilità dei loro racconti, la Procura ha chiesto l’archiviazione: non ci sono elementi sufficienti a supportare le accuse.
A cura di Ilaria Quattrone
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Lo hanno conosciuto nel locale dove lavora e, dopo qualche messaggio, sono state invitate a casa sua. Hanno accettato un drink, si sono addormentate e il giorno successivo si sarebbero svegliate stordite e senza pantaloni e calze. Gli episodi si sono verificati tra il 2019 e il 2020 a Brescia, ma le tre ragazze hanno denunciato molto tempo dopo.

Quando hanno capito di essere state abusate

All'epoca dei fatti le tre – che non avevano alcun tipo di rapporto prima di questa inchiesta – non avevano dato molto peso a quanto gli era accaduto. Nonostante i postumi non fossero simili a quelli di una sbornia, avevano creduto di aver bevuto solo un po' troppo. A distanza di tempo, tramite alcune conoscenze in comune, hanno scoperto che lo stesso episodio era capitato anche alle altre. E così hanno ricostruito che poteva trattarsi di abusi.

Accusato anche di sequestro di persona

La Procura, dopo l'apertura dell'inchiesta per questo reato e per quello di sequestro di persona, ha richiesto l'archiviazione perché mancherebbero elementi sufficienti a supportare le accuse. Tra questi, l'assenza di un esame tossicologico dovuto al fatto che le tre hanno scoperto di poter essere delle potenziali vittime quando ormai era passato troppo tempo dai presunti abusi.

La richiesta di archiviazione

Nonostante la richiesta di archiviare, gli inquirenti credono alle loro parole soprattutto perché supportate dal racconto di una quarta ragazza, con la quale l'indagato avrebbe avuto una brevissima relazione, che ha però scelto di non denunciare perché emotivamente turbata e intenzionata a non rivivere in alcun modo questa vicenda. Lei è la sola a essere tornata da lui una seconda volta.

Dopo aver vissuto un'esperienza simile alle altre tre, durante il secondo appuntamento, avrebbe deciso di non bere. Una volta a letto, l'uomo – che credeva che lei stesse dormendo-  le avrebbe sfilato un calza e avrebbe iniziato a masturbarsi. Dopo essersi reso conto che la ragazza non dormiva, avrebbe interrotto l'atto.

Potrebbero esserci altre vittime

Dai racconti delle tre sembrerebbe che l'indagato adotti dei comportamenti sistemici: nei loro casi le avrebbe avvicinate nel locale e dopo uno scambio di messaggi le avrebbe invitate in casa. Da lì, il drink e poi il risveglio la mattina successiva. Per questo, c'è il sospetto che potrebbero esserci più vittime: "Il presunto comportamento sistemico utilizzato, alimenta il timore che – spiega l'avvocato Matteo Domenichini a Fanpage.it – ci siano altre ragazze che hanno paura di raccontare l'episodio perché non vogliono uscire allo scoperto o perché spaventate dall'idea di non essere credute".

Adesso, dopo aver ricostruito quanto accaduto e aver deciso di denunciare, le uniche tre che hanno denunciato potrebbero trovarsi di fronte a un'archiviazione del procedimento. In tal caso "la loro sofferenza maggiore sarà quella – spiega ancora il legale – di non essere credute a fronte di cose che hanno vissuto sulla loro pelle. Il loro timore è che possano ripetersi casi simili".

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