Stadio San Siro, ipotesi sconto di 30 milioni per Inter e Milan. Giungi: “I consiglieri lo scoprono dalla stampa”

Non più 197 milioni di euro, ma solo 160. Si tratta della cifra finale, "scontata" di quasi 40 milioni rispetto alle stime iniziali dell'Agenzia delle Entrate, che il Comune di Milano dovrebbe incassare dall'eventuale vendita dello stadio San Siro e delle sue aree limitrofe a Inter e Milan. Una partita (stavolta non calcistica ma politica) su cui Beppe Sala e la sua giunta, ancora scossi dal terremoto inchiesta urbanistica, si giocano il futuro a Palazzo Marino. E che sembra farsi sempre più complicata.
L'indiscrezione, anticipata oggi da La Repubblica, per ora non ha ancora trovato conferme ufficiali: la vicesindaca Anna Scavuzzo, contattata da Fanpage.it, si è trincerata dietro un "no comment", e non sono seguite dichiarazioni pubbliche sul tema. Ma l'argomento già ha scatenato non pochi mal di pancia anche all'interno della stessa maggioranza milanese, già incrinata da tempo. "È davvero sconcertante la notizia secondo cui il Comune sarebbe intenzionato a scalare 30 milioni di euro dai 197 che i fondi immobiliari che controllano Milan e Inter pagheranno per la proprietà di San Siro", è infatti il commento di Alessandro Giungi, consigliere comunale del Partito Democratico e presidente della Commissione Olimpiadi e Paralimpiadi Milano Cortina 2026.

Cos'è che sconcerta?
È l'ennesima occasione in cui i consiglieri comunali di Milano si trovano a dover leggere sulla stampa quello che succederà. In teoria, ci aspettiamo che le informazioni arrivino direttamente dall'amministrazione. Invece non sappiamo mai nulla di come si sta formando la delibera su San Siro. E dunque, se questo è davvero l'indirizzo, noi ne eravamo all'oscuro.
E poi, nel merito?
È sconcertante sapere che la cifra stimata per la vendita di San Siro, già inferiore rispetto alle valutazioni di alcuni esperti, potrebbe drasticamente ridursi perché i fondi che fanno capo a Inter e Milan chiedono al Comune di farsi carico delle bonifiche per la rifunzionalizzazione dello stadio. Inoltre mi chiedo: di quali bonifiche stiamo parlando? Spero non quelle relative alle macerie dell'operazione, o addirittura ai lavori sul sottopasso di Patroclo. Ma non è dato sapere.
Il ricavato della vendita di San Siro potrebbe sostenere il Comune di Milano nell'annoso problema delle piscine pubbliche, con cinque impianti su otto chiusi da anni o avviati verso una gestione privata.
Ne sarei felice, naturalmente, visto che tra l'altro è una delle mie battaglie personali: sostengo fin dall'inizio del mio mandato la necessità di destinare più fondi allo sport, alle palestre scolastiche e agli impianti sportivi e balneari, possibilmente abbandonando lo strumento del partenariato pubblico-pubblico. Ma restano comunque due considerazioni da fare. La prima è che ci vuole comunque una strategia, altrimenti vale tutto. La seconda: possibile che se – come mi auguro – è davvero questa l'intenzione dell'amministrazione, nessuno l'abbia comunicata al presidente della Commissione Olimpiadi e Paralimpiadi Milano Cortina 2026?
In ogni caso, entro fine settembre il Consiglio comunale dovrà esprimersi sulla delibera per la vendita del Meazza. Qual è il clima, dopo il rinvio di luglio e i nodi giudiziari?
In generale, devo dire che la gestione di tutta la faccenda è stata ed è al momento molto squalificante per i consiglieri comunali e per il loro ruolo. Personalmente, dichiaro la mia totale contrarietà alla delibera, che alle notizie attuali mi sembra anche peggiorata rispetto a prima. Sono profondamente deluso.
Come mai?
Per come l'amministrazione sta gestendo la vicenda. E infine perché non vedo un reale interesse pubblico nell'operazione. San Siro, non lo dimentichiamo, è un bene che produce comunque un reddito base da 9 milioni di euro l'anno, ovvero il canone che le squadre sono tenute a versare al Comune. Senza contare che l'intervento proposto avrebbe inoltre un enorme impatto ambientale sia per quanto riguarda la rifunzionalizzazione di San Siro che per la costruzione di un nuovo impianto, edificato proprio su un parco pubblico.