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“Sta picchiando la mamma”: ragazzina chiama i carabinieri e fa arrestare il padre

Un uomo di 43 anni è stato arrestato a Roverbella (Mantova) perché accusato di aver maltrattato la moglie. A farlo arrestare è stata la figlia minore della coppia che ha chiamato il numero unico delle emergenze 112 chiedendo aiuto.
A cura di Ilaria Quattrone
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(Immagine di repertorio)
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Nei giorni scorsi un uomo di 43 anni è stato arrestato a Roverbella, comune che si trova in provincia di Mantova, perché accusato di aver maltrattato la moglie. A farlo arrestare è stata la figlia minore della coppia che ha chiamato il numero unico delle emergenze 112 chiedendo aiuto.

I carabinieri sono subito intervenuti sul posto e hanno trovato la donna in lacrime con lividi alle braccia e alle gambe. Con lei, c'erano le figlie di quindici e dodici anni. La madre è stata trasferita al pronto soccorso dell'ospedale Carlo Poma di Mantova. Gli operatori sanitari hanno riscontrato la frattura del dito di una mano e i lividi causati dalle continue botte. Inoltre la vittima era in uno stato ansioso e depressivo dovuto proprio alle violenze che ha subito. I medici le hanno dato una prognosi di 45 giorni.

Nel frattempo i carabinieri, dopo aver ascoltato il racconto della donna, hanno avviato la procedura del codice rosso. Hanno infatti informato la Procura di quanto accaduto. Il 43enne è stato poi arrestato perché accusato di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali nei confronti della donna e delle due figlie minorenni, che in più occasioni hanno assistito alle violenze. Le indagini hanno permesso di scoprire che l'uomo ha picchiato per anni la moglie con calci e pugni su più parti del corpo.

Sarebbero state continue anche le violenze psicologiche con minacce di morte e insulti. Il 43enne è stato quindi arrestato e trasferito in carcere. Oggi il giudice per le indagini preliminare di Tribunale di Mantova ha convalidato l'arresto: è stato applicato l'allontanamento della casa familiare e il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa oltre l'applicazione del braccialetto elettronico.

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