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Sotterrano milioni di euro in giardino: i soldi nascosti dalla coppia nella patria del Brut

Sarebbero molti più dei dieci milioni già ritrovati i soldi sotterrati dalla coppia nei terreni di loro proprietà in Franciacorta. Gli inquirenti fermano la divulgazione dei dettagli sulle ricerche per evitare la caccia al tesoro.
A cura di Fabio Pellaco
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Giuliano Rossini e Silvia Fornari
Giuliano Rossini e Silvia Fornari

Assomiglia alla mappa di una caccia al tesoro e il bottino da scovare sono i dieci milioni nascosti da Giuliano Rossini e dalla moglie, Silvia Fornari, aiutati dal figlio e dalla sorella di lei. Un territorio, quello della Franciacorta, famoso in tutto il mondo per la produzione di spumante e che fa da sfondo all'inchiesta della Guardia di Finanza.

Per nascondere i propri proventi illeciti non hanno utilizzato il "metodo classico", tanto caro a quelle terre, ma hanno scovato ogni anfratto possibile. Nel giardino, nel sottotetto, nel tagliaerba, anche nei vasi: i milioni sono letteralmente disseminati nelle proprietà della famiglia in provincia di Brescia.

Altri milioni ancora sottoterra

Una somma che secondo gli inquirenti non si esaurirebbe con la cifra già trovata, ma è destinata senza dubbio ad aumentare. I milioni sotterrati sarebbero i proventi di attività illecite che secondo le Fiamme Gialle ha portato a evadere il fisco per oltre 93 milioni di euro. Rossini è titolare di alcune aziende che operano nel mercato dei metalli ferrosi: insieme alla moglie è riuscito a creare un giro di fatture false e conti all'estero da capogiro.

Ma per i Rossini il deposito più sicuro per i loro "risparmi" non erano le banche, ma i terreni delle proprietà in Franciacorta. Così le ruspe hanno iniziato a rivoltare il giardino della villa e nei giorni scorsi hanno trovato un vero tesoro: pacchi di soldi in banconote da 20, 50 e 100 euro, avvolti con del nastro adesivo.

La villa controllata dalle telecamere

Una famiglia molto riservata secondo una vicina che descrive anche la zona di Brione, il comune del Bresciano dove erano domiciliati i due coniugi, come un "paese tranquillissimo, zero criminalità, niente furti. Noi teniamo il cancello aperto". E invece i Rossini avevano circondato la loro villa di telecamere: un comportamento alquanto strano per un posto del genere e che adesso fa riflettere.

Ora che i due coniugi hanno confessato, il legale, Lorenzo Cinquepalmi, ha confermato che i suoi assistiti collaboreranno. Intanto, gli inquirenti hanno smesso di rivelare le aree in cui sono in corso le ricerche del denaro ancora seppellito. La ragione è evitare che si scateni la caccia al malloppo di cui già si vocifera in paese. E tra gli avventori dei bar della zona sarebbero in molti ad essere pronti a prenderne parte.

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