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Si rompe un braccio per salvare una donna da un’aggressione: “Sono provato, ma lo rifarei ancora”

Massimiliano Cianci ha salvato una turista danese da un gruppo di uomini che avevano tentato di derubarla e palpeggiarla. L’episodio, avvenuto a Milano, non ha lasciato indenne il giovane, che ora ha un braccio rotto e deve essere operato.
A cura di Chiara Daffini
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Massimiliano Cianci
Massimiliano Cianci

Massimiliano Cianci, 31 anni, la notte fra giovedì 13 e venerdì 14 luglio stava passeggiando per Milano con una turista danese da poco conosciuta in un locale. Alle porte del parco Sempione la ragazza è stata aggradita da un gruppo di malintenzionati e lui ha deciso di difenderla. Il suo gesto gli è costato una frattura al braccio e, dopo aver messo gli aggressori in fuga, anche uno svenimento. Ma in un'intervista a Fanpage.it spiega perché sarebbe pronto a rifarlo altre volte.

Che cos'è successo quella notte?

"Avevo passato la sera in un  locale di Milano vicino al parco Sempione e lì avevo conosciuto una ragazza danese, con cui avevo trascorso del tempo come si fa quando ci si incontra in un bar. Verso le 5 di mattina stavamo camminando verso l'uscita, perché la serata  era ormai finita, e all'entrata del parco Sempione siamo stati aggrediti da quattro persone, più due che facevano da palo".

Com'è avvenuta l'aggressione?

"Due di loro hanno immediatamente attaccato da dietro la ragazza. Cercavano di toccarla e palleggiarla, l'altro invece provava a strapparle la borsetta.

E tu cos'hai fatto?

"È stato molto difficile mantenere la calma. Ho iniziato a urlare fortissimo, ho cercato di allontanarli e ho strappato dalle loro mani la ragazza. Mi sono parato davanti a lei, facendole da scudo. A quel punto uno di loro ha tirato fuori una bottiglia. Voleva colpirmi e in quel momento mi sono detto ‘Ok, o mi colpisce in testa e muoio – perché era una bottiglia di prosecco, quindi bella pesante -, oppure gliela strappo”. E gliel'ho strappata. Per farlo però sono scivolato con tutto il peso sul braccio sinistro e mi si è spezzato in due il radio. In quel momento non ci ho pensato comunque due volte a rialzarmi e a cercare di allontanarli, visto che continuavano a girare intorno a noi come condor".

Come sei riuscito a metterli in fuga?

"Continuavo a gridare, urlare, intimare loro di andarsene. Nel frattempo ho preso la ragazza per mano e ci siamo diretti velocemente verso l'uscita del parco. Quando sono arrivato fuori non ce l'ho fatta più dal dolore e sono quasi svenuto. Avevo le convulsioni, ero completamente in tilt".

La ragazza come ha reagito?

"È stata sempre accanto a me, era molto gentile, anche se piangeva ed era scioccata. Per fortuna sono passati dei ragazzi, che voglio davvero ringraziare, e ci hanno aiutati, hanno chiamato i soccorsi, mi hanno dato dell'acqua e degli schiaffi leggeri in faccia per non farmi svenire in attesa dell'ambulanza. Una volta in ospedale, al Fatebenefratelli, hanno rilevato che avevo una frattura scomposta del radio, che si era spezzato in due. Domani farò l'intervento di ricostruzione con placche e viti".

Come ti senti ripensando all'accaduto?

"Da questa situazione esco molto scottato e anche un po’ impaurito. La ragazza danese mi ha immediatamente ringraziato, piangendo. Mi ha detto che non dimenticherà mai il volto dell'uomo che l'ha salvata e io, pur avendo un braccio rotto, sono pieno di orgoglio per il gesto che ho fatto: lo rifarei altre mille volte".

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