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Sequestrarono e uccisero la 18enne Cristina Mazzotti: chiesto l’ergastolo per i tre imputati

La Procura Antimafia di Milano ha chiesto la condanna all’ergastolo per i tre imputati del processo per l’omicidio di Cristina Mazzotti, rapita a 18 anni a Eupilio (Como). Parteciparono al sequestro della giovane, morta durante la detenzione, per chiedere un riscatto di 5 miliardi al padre.
A cura di Francesca Del Boca
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La Procura Antimafia di Milano ha chiesto la condanna all'ergastolo per i tre imputati del processo in corso davanti al Tribunale di Como per il sequestro e l'omicidio di Cristina Mazzotti, rapita a 18 anni a Eupilio, nella Brianza comasca, la sera del 30 giugno 1975 e ritrovata morta il primo settembre successivo in una discarica di Galliate (Novara). La ragazza, tenuta prigioniera per mesi in una buca e costretta a respirare tramite un tubo, perse la vita durante la detenzione.

Gli imputati sono alcuni membri del gruppo armato che sequestrò la studentessa nel giorno del suo esame di Maturità: il 74enne Giuseppe Calabrò, reggino di San Luca residente a Bovalino; Antonio Talia, 73 anni di Africo e Demetrio Latella, anche lui di Reggio Calabria e residente nel Novarese, 71 anni, detto "Luciano", l'uomo la cui impronta digitale fu trovata sulla carrozzeria della Mini sulla quale Cristina viaggiava la sera del rapimento (e che fu attribuita all'uomo dal sistema Afis della polizia scientifica di Roma soltanto a fine 2006).

Per il sequestro e la morte di Cristina Mazzotti, negli anni, sono state condannate già tredici persone (tra cui otto ergastoli). Tra gli imputati, però, non figurarono mai gli esecutori materiali e i mandanti vicini alla ‘ndrangheta, quelli che progettarono di rapire la giovane mentre rientrava nella villa di famiglia per chiedere un riscatto di cinque miliardi al padre, noto imprenditore di cereali in Brianza, e alimentare così le casse delle organizzazioni criminali del Sud. Soltanto dopo 49 anni, il 25 settembre 2024, si è aperto quindi un nuovo filone del processo, che vede i tre imputati accusati di sequestro e omicidio volontario aggravato.

"Cristina Mazzotti era una ragazza vitale, una diciottenne che aveva appena terminato la scuola e si apprestava ad affrontare il periodo più bello dell’anno. Ed è stata torturata e ammazzata brutalmente", è stata infatti la requisitoria della pm dell'Antimafia Cecilia Vassena. "La vita dell’ostaggio non aveva alcun valore. Gli ostaggi dovevano solo produrre denaro, che doveva essere utilizzato per la droga. Solo merce di scambio in un sequestro organizzato dalla ‘ndrangheta con l’aiuto di delinquenti del Nord".

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