Scout bevono dal rubinetto in parrocchia e stanno male, trovati batteri nell’acqua: 21 bambini intossicati

Lo scorso 23 luglio, ventuno bambini tra gli 8 e i 12 anni di un gruppo scout di Lecco hanno accusato un'intossicazione alimentare dopo aver bevuto l'acqua dei rubinetti della casa parrocchiale di Blello, un comune di appena 70 abitanti in provincia di Bergamo. Dalle verifiche condotte dall'Ats è emersa la presenza di batteri nell'acqua. Per questo, la Procura di Bergamo ha aperto un’indagine per risalire alle cause della contaminazione.
Tutto è accaduto mentre i piccoli stavano partecipando al campo estivo organizzato a Blello quando improvvisamente 21 di loro avrebbero cominciato a sentirsi male manifestando sintomi quali dissenteria, nausea e un malessere generalizzato, riconducibili a un'intossicazione alimentare. È allora che i capi scout hanno deciso di chiamare i soccorsi. Sul posto sono intervenuti gli operatori sanitari del 118 inviati dalla centrale operativa dell'Agenzia regionale emergenza urgenza (Areu) della Lombardia che hanno fornito le prime cure prima di trasferire i bambini nei diversi pronto soccorso della zona di Seriate, del Papa Giovanni XXIII e di Ponte San Pietro, dai quali sono stati dimessi il pomeriggio stesso.
In seguito all'accaduto, l'Ats ha condotto alcune analisi dalle quali è emersa la scarsa salubrità dell'acqua dovuta alla presenza di alcuni batteri. Per questo, la Procura di Bergamo ha aperto un'indagine per risalire alle cause della contaminazione. Da queste è risultato che l'acqua dei rubinetti della cucina e del bagno non era conforme poiché al suo interno erano presenti tracce di stafilococchi coagulasi positivi, escherichia coli, enterococchi e batteri coliformi.
In attesa di una bonifica, il sindaco di Blello Luigi Mazzucotelli ha diramato un’ordinanza in cui si vieta l'utilizzo dell’acqua nell’area interessata che comprende la parrocchia e le case limitrofe. In più, è stata cancellata la festa patronale perché "le condizioni attuali non garantiscono il rispetto dei requisiti minimi previsti dalla normativa e comporterebbero potenziali rischi per la salute e l’incolumità dei partecipanti", si legge nell'ordinanza sindacale.