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Saluti romani, svastiche e selfie con i bambini: la commemorazione di Mussolini a Dongo

Svastiche, saluti romani e selfie con i bambini: ogni anno a Dongo e Giulino di Mezzegra, sul Lago di Como, si svolge la commemorazione per ricordare Benito Mussolini, arrestato e fucilato in quelle terre. Quest’anno però per la prima volta era presente anche l’Anpi in una contro-manifestazione, stupita ancora dal perché vengano autorizzati questi eventi.
A cura di Ilaria Quattrone
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Saluti romani, svastiche e selfie con i bambini: come ogni anno a Dongo e Giulino di Mezzegra, sul lago di Como, si è svolta la commemorazione in ricordo di Benito Mussolini fucilato e ucciso tra il 27 e il 28 aprile 1945 proprio in questi due territori. Mentre i partecipanti ricordavano Mussolini e la compagna Claretta Petacci, dall'altra parte della strada centinaia di militanti dell'Anpi hanno voluto contro-manifestare.

Presente anche l'Anpi

E mentre i gruppi neo-fascisti facevano il saluto romano e inneggiavano a Mussolini, le associazioni e realtà democratiche intonavano "Bella Ciao". Presenti anche i poliziotti in assetto antisommossa. Nonostante le contrapposizioni e il clima, non ci sono stati scontri tra le due fazioni. L'Anpi però ha voluto ribadire la sua perplessità circa l'autorizzazione a una commemorazione simile: "Non possiamo ancora capire come si possano tollerare manifestazione del genere". E mentre i militanti ricordano come proprio in quelle terre è finito il fascismo, un papà in compagnia della propria figlia scatta un selfie per ricordare la giornata: "Anche il 25 aprile c'erano i bambini – afferma a Fanpage.it – Come quella è una festa, anche per me questa è una festa".

La lettera indirizzata alla ministra Lamorgese

In queste ore il presidente dell'Anpi nazionale, Gianfranco Pagliarulo, ha voluto scrivere alla ministra dell'Interno Luciana Lamorgese per capire come manifestazioni del genere possano ancora essere autorizzate: "Quello che è avvenuto a Dongo e Giulino di Mezzegra era previsto e prevedibile. Direi di più: era certo e ovvio. Pensiamo perciò che chi ha autorizzato tali eventi abbia commesso un gravissimo errore di cui si deve assumere la responsabilità".

(Ha collaborato Simone Giancristofaro)

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