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Rimpasto di giunta a Milano, due nuovi assessori all’orizzonte: c’è anche un nome di Azione

Sala pronto all’incontro con i partiti di maggioranza per decidere sul rimpasto di giunta. Tra la spinta di Azione per un centro riformista con Maria Pia Abbracchio e quella del Pd a sinistra.
A cura di Francesca Del Boca
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L’aula del Consiglio comunale di Milano
L’aula del Consiglio comunale di Milano

Se ne parla da mesi. E ormai è sempre più vicino il rimpasto della giunta milanese annunciato giusto qualche settimana fa dallo stesso sindaco Beppe Sala. "Dobbiamo ripensare un po' a come sistemare la giunta", aveva dichiarato a inizio novembre il primo cittadino, che mercoledì 19 novembre ha già fissato un incontro con i rappresentanti dei partiti di maggioranza proprio per discutere del tema. "Ora dobbiamo decidere tutti insieme, partendo dalle logiche che tengono insieme una squadra".  Ecco tutti gli snodi di una questione sempre più calda. 

Il posto dell'assessore all'Urbanistica Giancarlo Tancredi

Le dimissioni di Giancarlo Tancredi da assessore all’Urbanistica di Milano dopo l’inchiesta della Procura
Le dimissioni di Giancarlo Tancredi da assessore all’Urbanistica di Milano dopo l’inchiesta della Procura

Il primo, quello legato al posto vacante lasciato a fine luglio da Giancarlo Tancredi, ex assessore all'Urbanistica travolto dall'inchiesta della Procura milanese sull'edilizia cittadina. Al momento la pesantissima delega si trova nelle mani della vicesindaca Anna Scavuzzo: scelta dettata, si disse al tempo, dalla volontà di scegliere il nome giusto con calma ("Si tratta di una soluzione temporanea", le parole di Sala). Oggi, a quattro mesi di distanza e almeno un nuovo cantiere sotto sequestro al mese, sembra però essere cambiato tutto. E pare ora intenzione del sindaco, in questa situazione, lasciare le bocce ferme fino alla scadenza del mandato. Senza contare che i (pochi) tentativi di trovare una reale alternativa non sarebbero in realtà andati a buon fine, dal momento che le poche personalità interpellate per il ruolo avrebbero – non stupisce – gentilmente declinato l'offerta. 

La spinta di Azione per la svolta riformista

Maria Pia Abbracchio (Azione)
Maria Pia Abbracchio (Azione)

Una poltrona vuota, però, resta comunque. E quindi? Da una parte, alle spalle del sindaco di Milano, c'è Azione che da tempo chiede la nomina di un assessore alla Sicurezza (ora delegata a Sala) e in generale di un inserimento in giunta di un elemento del partito di Carlo Calenda, che ha ormai definitivamente chiuso a Forza Italia per restare nel campo riformista, per spostare l'ago della coalizione verso il centro come da sempre è desiderio di Sala ("Senza il centro a Milano non si vince", le sue parole proprio a Fanpage.it).

Un nome possibilmente femminile che possa aggiungersi a quello di Alessia Cappello, assessora al Lavoro in quota Renzi (Italia Viva), per rafforzare il centro in vista delle prossime elezioni comunali del 2027. Quale? Per ora, al primo posto, secondo le ultimissime indiscrezioni riferite a Fanpage.it ci sarebbe quello di Maria Pia Abbracchio, ordinaria e vicerettrice dell'Università degli Studi di Milano già candidata con Azione alle Europee del 2024. Ma i giochi sono ancora aperti.

Il Partito Democratico e l'assessore da sinistra

Pierfrancesco Majorino, oggi capogruppo dem in Regione Lombardia
Pierfrancesco Majorino, oggi capogruppo dem in Regione Lombardia

Anzi, apertissimi, visto che dall'altra parte anche il Partito Democratico da un bel po' spinge per l'ingresso a Palazzo Marino di un profilo proveniente direttamente dalla sinistra sociale. Una scelta per riequilibrare la giunta dopo l'eventuale (ulteriore) apertura ai Riformisti, e per dare un chiaro segnale politico "da sinistra" contro la narrazione della Milano città esclusiva, attrattiva ormai soltanto per manager, ultra ricchi e miliardari internazionali attirati sotto la Madonnina dalla flat tax per patrimoni esteri. Un nome non necessariamente politico (si era fatto addirittura quello di un big come Pierfrancesco Majorino, storico assessore alle Politiche sociali da Giuliano Pisapia in poi), ma anche proveniente dalla società civile e dall'associazionismo cittadino. 

Gli assessori in bilico

L’assessora allo Sport di Milano Martina Riva
L’assessora allo Sport di Milano Martina Riva

Il punto, però, è che di posto a Palazzo Marino ce n'è solo uno. E tutto non si può fare: gli assessori, a Milano, posso infatti essere al massimo dodici. L'unico modo per tenere insieme queste due spinte opposte, va da sé, sarebbe di conseguenza quello di far saltare uno degli amministratori extra-Pd che compongono il team attuale.

E se il delfino di Sala e assessore al Bilancio Emmanuel Conte è intoccabile, restano quindi l'assessora all'Ambiente Elena Grandi (Verdi), già sotto il fuoco amico della sua parte politica dopo l'approvazione della delibera su San Siro; quella allo Sport Martina Riva (ma sarebbe decisamente problematico decidere di "rimuoverla" proprio a un passo dalle Olimpiadi Milano-Cortina di febbraio 2026, l'appuntamento sportivo più importante del secolo per la città); infine il delegato alla Cultura Tommaso Sacchi, prelevato da Firenze dove era assessore con Dario Nardella e ormai orfano del suo mentore Stefano Boeri (archistar ora indagato nell'ambito nell'inchiesta urbanistica).

Tommaso Sacchi, assessore alla Cultura a Milano
Tommaso Sacchi, assessore alla Cultura a Milano

"Per me chi ha lavorato e non ha combinato disastri merita di andare avanti fino in fondo", ha intanto chiarito Sala, giusto oggi, chiudendo di fatto all'ipotesi. "Io per natura non sono favorevole a una sostituzione. Poi sono disponibile a ragionare con tutti ma ad ora è chiaro che noi abbiamo un solo assessorato disponibile, non possiamo inventarcene altri. Ci sono tanti modi per dare il proprio contributo alla pubblica amministrazione, non esistono solo gli assessori". Quel che è certo, insomma, è che ci sarà tanto, ma tanto di cui parlare mercoledì al tavolo con i partiti di maggioranza.

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