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Riforma della sanità in Lombardia: i dati che mostrano l’inarrestabile avanzata del privato

La riforma della sanità in Lombardia è il tema centrale dei prossimi mesi per la politica e i cittadini, che con la pandemia hanno toccato con mano quanto la “salute” di ospedali e medicina del territorio si ripercuota sulla loro salute. Le opposizioni chiedono da tempo di poter ragionare su dati, che però non abbondano. Quelli che il consigliere regionale del M5s Fumagalli ha potuto consultare e mostrare a Fanpage.it mostrano il continuo e inarrestabile avanzamento della sanità privata a discapito di quella pubblica.
A cura di Giulio Cavalli
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L'ospedale Fiera Milano
L'ospedale Fiera Milano

In Regione Lombardia è arrivato il momento di discutere la riforma della sanità, il cuore pulsante della politica regionale e il tesoretto su cui il centrodestra ha costruito il proprio decennale potere. Il tema per le opposizioni rimane sempre lo stesso: "Avere a disposizione tutti i dati per permettere
a noi legislatori e alla comunità scientifica di scrivere una buona legge", dice a Fanpage.it il consigliere regionale del M5S Marco Fumagalli. Eppure di dati se ne vedono pochi, la Giunta regionale ha presentato una relazione elaborata da Polis ritenuta assolutamente insufficiente da Fumagalli e dal consigliere del Pd Pizzul. E anche Gallera, neopresidente della Commissione programmazione e bilancio e ed ex assessore proprio alla Sanità, ha ammesso di saperne poco.

In Lombardia ci sono 238 ospedali: 104 sono privati

Eppure quei pochi dati a disposizione, che il grillino Fumagalli ha messo in fila per avere una visione d’insieme, certificano un continuo e inarrestabile avanzamento della sanità privata a discapito di quella pubblica e il timore delle opposizioni è che la prossima riforma sia semplicemente un’opera di restyling dell’esistente. In Lombardia ci sono ben 238 ospedali tra pubblici e privati. In pratica un ospedale ogni 42mila abitanti (fonte Open Data regionale). Se pensiamo che il Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) prevede una casa della comunità ogni 24.500 abitanti ci rendiamo conto che qualcosa non funziona. Di questi 238 ospedali ben 104 sono privati e la restante parte dei pubblici possono essere ricompresi in 32 grossi ospedali (le attuali ASST e gli IRCSS pubblici) e 102 piccoli ospedali pubblici. "Di fronte a tale densità ospedaliera la Giunta deciderà di ridurre gli ospedali privati contrattualizzati o chiudere gli ospedali pubblici più piccoli? – chiede Fumagalli – Io non ho dubbi su quale sarà la scelta: favorire il privato e penalizzare il pubblico".

Il privato continua a erodere spazio al pubblico

Anche i dati sui soldi spesi per i ricoveri nei 238 ospedali lombardi disegnano un trend chiaro: la cifra complessiva per degenze ospedaliere nel 2019 ammonta a 5,3 miliardi di euro. Di questi soldi il 40 per cento è rappresentato da prestazioni ospedaliere presso privati e il 60 per cento presso strutture pubbliche. "Se pensiamo – spiega Fumagalli – che il raggiungimento del valore del 40 per cento pari a oltre 2 miliardi di euro è stato fatto a partire dagli anni ’90 possiamo dire che il privato cresce di circa 1,5 per cento all’anno rispetto al sistema pubblico. Con un trend che non conosciamo, per mancanza di dati, ma che probabilmente in futuro avrà anche una crescita ancora più repentina, se consideriamo – continua il consigliere – che mentre le strutture pubbliche sono ferme per quanto riguarda gli investimenti, il privato sta terminando 2 maxi poli ospedalieri come il Galeazzi nell’area ex Expo e la Città della Salute a Sesto San Giovanni. Due ‘giganti' che di fatto spiazzeranno gli ospedali pubblici, in particolare quelli più piccoli come il Bassini, il Sacco, il San Carlo e l’Ospedale di Sesto San Giovanni ma fino anche a Como Desio e Monza".

Il privato costa circa il 20 per cento in più del pubblico

Ma quanto costa il privato? La retorica lombarda da sempre insiste sul privato che non costerebbe nulla ai cittadini, addirittura porterebbe un risparmio pubblico secondo molti cantori della sanità lombarda ma i numeri dicono altro: facendo una media del costo delle prestazioni risulta che un giorno di degenza costa mediamente 4.400 euro, ma mentre per il settore pubblico la remunerazione media è di 4.170 euro per il settore privato questa remunerazione media è pari a 5.000 euro. La differenza di prezzo tra un giorno di degenza presso una struttura pubblica e una privata è quindi a favore del privato per circa il 20 per cento. Ogni giorno di degenza presso un ospedale privato viene quindi remunerato circa 800 euro in più rispetto a quello pubblico. Fumagalli allarga ancora di più la prospettiva: "Attenzione, sono dati riferiti all’anno 2019 che purtroppo a causa della pandemia non potranno essere confrontati con i dati del 2020 e 2021. Mi pare evidente dai dati espressi che il settore privato ha occupato spazi eccessivi e che ciò ha consentito indebiti guadagni agevolati dal comportamento accondiscendente del potere politico lombardo. Se poi aggiungiamo che a dicembre 2020 la Regione Lombardia ha regalato ai privati 40 milioni di euro per incrementare il trattamento economico dei dipendenti della sanità privata fermi da 10 anni il disegno mi sembra chiarissimo". Tra qualche settimana il dibattito entrerà nel vivo.

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