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Retromarcia del ministero dell’Interno: i richiedenti asilo a Milano possono presentare domanda online

Finalmente i cittadini stranieri che devono richiedere lo status d rifugiati politici non saranno più costretti ad accamparsi per interi giorni fuori agli uffici della questura di Milano in via Cagni.
A cura di Francesco Maviglia
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Fine delle file disumane, basta scontri con la polizia. Non ci sarà più alcuna alcuna lotteria per ottenere un documento. Dal 5 aprile i cittadini stranieri che vivono a Milano e intendono presentare la domanda di protezione internazionale, se provvisti di un documento di riconoscimento, potranno prenotarsi online attraverso il portale prenotafacile.poliziadistato.it.

Un cambio di direzione sperato, e ora ottenuto, da diverse realtà, come quelle del terzo settore che saranno anche soggetti attivi del nuovo meccanismo: anche le persone sprovviste di documento, dall’11 aprile, potranno infatti rivolgersi alle associazioni che si sono rese disponibili a raccogliere i dati anagrafici dei richiedenti e che avranno accesso al sistema di prenotazione.

Cambiano le regole quindi per i richiedenti asilo, mettendo forse fine alle notti in cui centinaia di profughi erano costretti ad adeguarsi a un sistema che ora lo stesso ministero degli Interni bolla come inefficace. Una retromarcia, quella del ministero, che si è visto costretto a una veloce soluzione per risolvere un problema che l’allora ministra, Luciana Lamorgese, aveva provocato.

Come dimostrato da un documento pubblicato da Fanpage.it in esclusiva, la direttiva a tutte le Questure era quella di non permettere la pubblicazione di sistemi di prenotazione per i richiedenti asilo.

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Ora si cambia: dopo mesi di cariche della polizia per mantere l’ordine pubblico e dopo intere notti passate accampati i richiedenti asilo, potranno esercitare il loro diritto di chiedere l’appuntamento per accedere alla richiesta di protezione internazionale online.

"In via Cagni abbiamo assistito diverse persone che sono rimaste ferite o hanno avuto malori nel tentativo di accedere agli uffici delle Questura o di mantenere il proprio posto in coda. Sono stati usati lacrimogeni e manganelli. Più di una volta si è reso necessario l’intervento di ambulanze e soccorritori", raccontato i volontari del Naga, una delle associazioni maggiormente attive ad aiutare i rifugiati.

"Il nostro monitoraggio continuerà – promettono dal Naga – sia sul territorio che sul funzionamento della nuova procedura per capire se sarà possibile la tempestiva registrazione della manifestazione della volontà di richiedere protezione internazionale". Ma per ora la procedura sembra funzionare.

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