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Manganellati ancora i richiedenti asilo in Questura: identificati anche i volontari che li assistono

La scorsa notte fuori dalla Questura di Milano si sono ripetuti gli scontri tra la polizia e i migranti che si mettono in fila con la speranza di rientrare tra i 120 selezionati per richiedere la protezione internazionale. Sul posto sono arrivate 6 ambulanze, 5 in tutto i feriti.
A cura di Giorgia Venturini
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Foto dalla pagina Facebook dell'associazione Naga
Foto dalla pagina Facebook dell'associazione Naga

Ancora tensioni fuori dalla Questura di via Cagni a Milano. Episodi di tensione ormai si ripetono poco dopo la mezzanotte di ogni lunedì, quando in Questura cambia il turno e gli addetti dell'ufficio immigrazione iniziano a selezionare i 120 migranti in coda per fare richiesta di protezione internazionale nel capoluogo lombardo. I momenti di tensione nascono perché le persone in coda sono migliaia quando invece persone scelte sono pochissime. Conclusione: c'è chi da mesi prova ad accedere mettendosi in fila ore e ore prima ma senza nessun risultato.

Le tensioni ogni lunedì notte

Così nella notte tra domenica e lunedì da una parte ci sono i migranti che cercano in tutti i modi di essere tra i selezionati e dall'altra i poliziotti che allontanano chi non è tra i fortunati della settimana. La tensione nasce infatti all'altezza delle transenne che dividono i due gruppi. Risultato: non mancano feriti e sul posto arrivano ambulanze. La scorsa notte le ambulanze sono state 6 e i migranti feriti 5, alcuni dei "quali presi a manganellate", come riportano i volontari del Naga – associazione che assiste i migranti irregolari a Milano – presenti ogni lunedì notte per monitorare la situazione.

La testimonianza di un volontario del Naga a Fanpage.it

A raccontare a Fanpage.it quello che è accaduto è stato proprio uno dei volontari del Naga. "Stanotte le Forze dell'ordine avevano l'ordine di gestire la selezione in modo meno caotico rispetto le settimane precedenti quando gli episodi di violenza erano sempre di più. Nonostante questo tentativo alla fine abbiamo contato sei ambulanze arrivate sul posto. Una chiamata da noi del Naga. Poi i soccorritori una volta sul posto hanno trovati altri feriti, così loro stessi hanno allertato altri colleghi. Altre due ambulanze sono state chiamate dai poliziotti. Alla fine c'erano in tutto sei mezzi del 118″.

Ma perché tutti questi feriti? "Alcuni migranti – spiega il volontario – sono rimasti feriti perché travolti da chi cercava di fuggire, altri perché colpiti da manganellate. Tre persone avevano contusioni alle gambe tanto da non riuscire a stare in piedi. Una era stata schiacciata dalla calca. Un'altra persona ha riportato una contusione alla testa e un'altra è stata soccorsa con dolori al medio torace".

I volontari del Naga identificati dalla Questura

Infine a Fanpage.it il volontario non manca di precisare: "Noi volontari siamo stati identificati dalla polizia con la motivazione che avremmo dovuto nel caso testimoniare per via del fatto che erano arrivate le ambulanze. I poliziotti hanno sostenuto tra l'altro che siamo stati noi a chiamarle tutte, ma in realtà non era così. Noi riteniamo che questa procedura nei nostri confronti sia un atto di intimidazione contro il nostro monitoraggio".

A ribadirlo è anche Anna Radice presidente del Naga: "Troviamo una fatto di assoluta gravità l’identificazione delle volontarie e dei volontari, anche se siamo consapevoli che passare dalla criminalizzazione delle cittadine e dei cittadini stranieri a quella anche di chi porta assistenza e solidariquello che è accaduto nei dettagli età è ormai una prassi consolidata, il cosiddetto decreto ONG approvato in Parlamento la settimana scorsa lo ribadisce chiaramente. Ma noi non ci lasciamo intimidire: se chiamare un’ambulanza o salvare vite in mare è un reato, siamo pronti a farci identificare".

Oggi, come ogni lunedì mattina, alla fine ad accedere in Questura sono stati 120 migranti. Gli altri da venerdì sera torneranno a mettersi in fila in attesa di essere scelti dalla polizia e così riuscire finalmente a ottenere la protezione internazionale a Milano.

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