Ragazza stuprata in stazione a San Zenone, la sindaca: “L’hanno colpevolizzata, sui social un’altra violenza”

È il caso di cronaca che ha acceso i riflettori di tutta Italia su San Zenone al Lambro, paese da poco più di 4mila abitanti nella campagna tra Lodi e Milano. Qui, nella tarda serata di sabato 30 agosto, una ragazza di 18 anni è stata violentata da un aggressore ancora non identificato: secondo quanto ricostruito la giovane, che aveva trascorso la serata con la sorella e stava rientrando a casa a Milano, è stata immobilizzata, picchiata e stuprata per circa un'ora da un uomo nascosto tra la vegetazione in prossimità della stazione, vicino al sottopassaggio che porta ai binari.
"Un episodio estremamente grave, inaccettabile", condanna oggi la sindaca Arianna Tronconi, raggiunta da Fanpage.it. "Un crimine terribile e paragonabile all'omicidio, che ha rovinato per sempre una giovane vita e ucciso la sua anima. Una violenza inaudita e un grande colpo per la nostra comunità, che ora si stringe con tutto il cuore alla ragazza e alla sua famiglia. Il nostro è un paese tranquillo, immerso nel verde, dove mai si sono verificate situazioni di questo genere".
C'è chi ha puntato il dito contro la sicurezza della stazione, e delle stazioni in generale.
La zona della stazione di San Zenone, dei sottopassi e dei due parcheggi adiacenti è completamente videosorvegliata e illuminata, abbiamo pure una convenzione con l'associazione nazionale dei carabinieri in pensione che, in orari flessibili, presidiano l'area. È un gioiellino. Ovviamente non c'è un controllo 24 ore su 24, come non c'è da nessuna altra parte. E sul retro della stazione c'è la campagna.
C'è una tema sicurezza?
Sicuramente il tema necessita di una seria riflessione a livello nazionale. Ma non c'è mai stato un allarme qui. Noi sul territorio abbiamo attivato tutte le misure possibili a servizio della sicurezza, incluse le telecamere di videosorveglianza anche ai varchi del paese, effettuato decine di blitz in casi sospetti o di spaccio. Poi i poteri dei sindaci a un certo punto si fermano, non siamo sceriffi.
Ha puntato il dito contro i commenti piovuti sui social dopo questa vicenda.
Ho letto sui social e sentito in giro frasi come "Ma cosa ci faceva da sola una ragazza a quell'ora in stazione?". Un chiacchiericcio becero e maschilista rispetto a ciò che una ragazza può o non può fare. È ora di dire basta, sono stufa da madre e da donna: una ragazza deve poter avere la libertà di prendere il treno da sola senza dover incappare in questi crimini dove, alla fine, da vittima diventi pure colpevole. In questi casi, purtroppo, si rende evidente come siamo ben lontani dal fare passi avanti sull'argomento.