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Quali sono le scene “cruente” riprese dalle telecamere del Beccaria e perché sono importanti per le indagini

L’8 marzo 2023 le telecamere interne del carcere minorile Cesare Beccaria a Milano hanno ripreso il pestaggio nei confronti di un detenuto di appena quindici anni. Ecco quali sono le immagini cruente riprese.
A cura di Ilaria Quattrone
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L'8 marzo 2023 le telecamere interne del carcere minorile Cesare Beccaria a Milano hanno ripreso il pestaggio nei confronti di un detenuto di appena quindici anni. Queste immagini sono agli atti dell'inchiesta per maltrattamenti e tortura, condotta dalla Procura, che ha portato all'arresto di tredici agenti di polizia penitenziaria e alla sospensione di altri otto dall'esercizio del pubblico ufficio.

Il pestaggio al carcere Beccaria nei confronti di un 15enne

Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, l'adolescente – che aveva compiuto un gesto autolesionistico – sarebbe stato "condotto fuori dalla cella" da quattro agenti, trascinato per le scale e sarebbe stato tirato "dal braccio sanguinante". Due poliziotti lo avrebbero spinto contro il muro e lo avrebbero colpito ripetutamente alla testa e al torace fino "a farlo cadere a terra".

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Nell'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal giudice per le indagini preliminari, è riportata una intercettazione tra gli agenti coinvolti nell'inchiesta. Uno degli indagati, accusato di questa specifica aggressione (sarebbe colui che ha trascinato l'adolescente per le scale), ha infatti descritto a un collega quanto accaduto con il 15enne: "Dalla cella, ha pigliato un sacco di palate". Ha inoltre affermato di essere consapevole che le immagini estrapolate fossero "brutte" e non "a favore mio".

L'uomo infatti è uno dei poliziotti che avrebbe spinto il detenuto contro il muro, lo avrebbe picchiato alla testa al torace fino a farlo cadere a terra e avrebbe continuato a colpirlo a calci.

Le intercettazioni

"Praticamente è successo che questo si era tagliato", ha detto. "Aveva rotto la m***… Poi mi ha sporcato di sangue… Perché usa tipo il sangue come un'arma, faccio vabbè! Allora, non ci ho visto più…". Ha poi spiegato che il giorno successivo, un'educatrice e una mediatrice culturale hanno parlato con il quindicenne che ha raccontato di essere stato picchiato. Proprio la mediatrice ha denunciato l'accaduto al direttore che il giorno successivo ha estrapolato le immagini delle telecamere di sorveglianza.

"Questa ciucciuna di m***.. e niente il direttore l'ha presa a verbale… che manco lo può fare perché mica è un ufficiale… però", ha continuato l'agente. Lo stesso ha affermato: "E ha mandato tutto in Procura, però immagini e tutto… a quanto pare… le immagini sono brutte, pure che ci sono i certificati a zero… comunque le immagini non sono a favore mio".

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L'altro poliziotto al telefono ha poi sottolineato: "Ho visto quando tu lo hai trascinato" e ancora "l'hai sbattuto a muro", "quando gli hai dato gli schiaffoni né ti ha tirato, anzi lo ha tirato da terra per dire vieni qua hai rotto i co****". L'indagato ha ammesso: "Eh appunto!". Il quindicenne è stato poi trasferito in un altro istituto penitenziario.

I due agenti hanno anche commentato questa decisione: "Lo sta facendo la Procura sulle carte mie perché ci sono io presente in istituto e allora per tutelarlo, perché sennò hanno capito che io lo scasso direttamente. Qualche sera glielo faccio trovare impiccato, se mi rompono i c****".

Lo stesso indagato ha raccontato anche a un altro collega quanto accaduto al quindicenne: "No, non sono due schiaffi. È na raffica, eh. Hai capito?". Nella relazione, però l'agente ha fornito una versione diversa dei fatti.

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Perché queste immagini sono importanti per le indagini

Parole che, alla luce di quanto scoperto dagli investigatori, dimostrano il clima di violenze all'interno del carcere e che confermano il racconto del 15enne.

Non mancano poi le accuse nei confronti di quanto hanno collaborato con gli inquirenti, tra questi il direttore Claudio Ferrari, il cui contributo è stato fondamentale: "Il direttore! Meglio che non si fa trovare lì davanti", ha affermato. E anche con la moglie ha affermato: "Questo m**** del direttore, ora… Ora lo voglio denunciare io.. m'ha rotto il ca****, perché non mi sta facendo fare sto rischio biologico e lo voglio denunciare, uno… due, pure per l'Ufficio Comando mo lo denuncio, mi ha rotto la m*** tanto i due comandanti se ne sono andati, vaffa***".

Anche un altro poliziotto indagato, commentando proprio la decisione del direttore del carcere Beccaria di estrapolare le immagini delle violenze contro il quindicenne e inviarle in Procura, ha detto: "Non esiste. Tu sei il Direttore, tu ci devi proteggere, punto. Per un marocchino di m**** che manco parla l'italiano".

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