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Violenze al carcere minorile Beccaria di Milano

Torture al Beccaria, gli agenti hanno anche depistato le indagini sulla violenza sessuale su un giovane detenuto

L’inchiesta che ha portato all’arresto di 13 agenti della polizia penitenziaria che lavoravano nel carcere Beccaria sarebbe partita dall’indagine sulle torture perpetrate da tre detenuti nei confronti di un 17enne. Per gli inquirenti, alcuni agenti non sarebbero intervenuti per bloccarle e avrebbero addirittura ripulito l’oggetto sequestrato per nascondere ciò che era avvenuto.
A cura di Ilaria Quattrone
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L'istituto penale per minori Cesare Beccaria di Milano
L'istituto penale per minori Cesare Beccaria di Milano
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Nella giornata di oggi, lunedì 22 aprile, è stata eseguita un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di tredici agenti della polizia penitenziaria, dodici dei quali ancora in servizio nell'Istituto Penale Minorile "Cesare Beccaria" di Milano. Sono stati inoltre sospesi dall'esercizio di pubblici uffici altri otto dipendenti che, all'epoca dei fatti, lavoravano nella stessa struttura.

I reati contestati sono maltrattamenti in danno di minori, anche mediante omissione, aggravati dalla minorata difesa e dall'abuso di potere, concorso nel reato di tortura, anche mediante omissione, aggravato dall'abuso di poter del pubblico ufficio nonché dalla circostanza di aver commesso il fatto in danno di minori, concorso nel reato di lesioni in danno di minori, anche mediante omissione, aggravato dall'abuso di potere del pubblico ufficio nonché dalla circostanza di aver commesso il fatto in danno di minori, concorso nel reato di lesioni in danno di minori, anche mediante omissione, aggravate dai motivi abietti e futili, dalla minorata difesa e dall'abuso di potere, concorso nel reato di falso ideologico e infine una tentata violenza sessuale a opera di un agente nei confronti di un detenuto.

L'indagine sarebbe nata dalle presunte omissioni nelle torture a un 17enne che sono avvenute nell'agosto 2022. A dicembre dello stesso anno un 19enne è stato arrestato per tortura, violenza sessuale di gruppo e lesioni perché – insieme a due minorenni – aveva inflitto alla vittima gravi e "reiterate violenze" e un "trattamento inumano e degradante". Il giovane è stato condannato con rito abbreviato a otto anni.

Nelle motivazioni della sentenza si parlava di un oggetto usato per le torture: questo era stato sequestrato, ma non erano state trovate tracce ematiche. Nel processo si sarebbe ventilata anche "la probabilità" di "una manovra di depistaggio, finalizzata a rimuovere i sospetti di omesso controllo da parte degli agenti di turno la notte dei fatti". Le violenze infatti erano avvenute la sera del 7 agosto quando il gruppo ha sorpreso il 17enne nel sonno durante il cambio turno del personale penitenziario.

Nella nuova inchiesta vengono quindi contestate le presunte condotte omissive su questo fatto. Per gli inquirenti, alcuni agenti non sarebbero intervenuti per bloccare le torture sul giovane, ma avrebbero addirittura ripulito l'oggetto sequestrato per nascondere ciò che era avvenuto.

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