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Covid 19

Pio Albergo Trivulzio, durante la prima ondata Covid 300 morti: uno su tre a causa del virus

Delle oltre 300 morti da gennaio ad aprile 2020 sono uno su tre le morti per Covid al Pio Albergo Trivulzio. Lo rivelano i risultati dei cinque esperti nominati dalla Procura di Milano che in questi giorni hanno analizzato 400 cartelle cliniche: da mesi infatti si indaga per epidemia colposa nell’inchiesta portata avanti dalla Procura di Milano e che vede indagato il direttore generale della struttura.
A cura di Giorgia Venturini
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Tra gennaio e aprile del 2020 circa uno su tre dei morti al Trivulzio, che sono stati oltre 300, è deceduto a causa del Covid. Lo rivelano i risultati dei cinque esperti nominati dalla Procura di Milano che in questi giorni hanno analizzato circa 40o cartelle cliniche. L'obietto è di capire una volta per tutte quello che è successo durante la prima ondata della pandemia nei reparti del Pio Albergo Trivulzio a Milano: da mesi infatti si indaga per epidemia colposa nell'inchiesta portata avanti dal pubblico ministero Mauro Clerici e Francesco De Tommasi e sotto il coordinamento dell'aggiunto Tiziana Siciliano. Sotto indagine c'è il direttore generale della struttura Giuseppe Calicchio.

Il tasso di mortalità al 40 per cento più alto rispetto all'anno precedente

Nel dettaglio, dall'analisi degli esperti è emerso che il 33 per cento delle morti registrate al Trivulzio sarebbe attribuibile con alta probabilità al Covid. Senza contare che nello stesso periodo si è registrato un tasso di mortalità del 40 per cento più alto rispetto a periodi normali e sempre riconducibile al Coronavirus. I risultati delle indagini si basa su una fascia di probabilità: dal momento che durante la prima ondata era impossibile fare autopsie gli esperti hanno dovuto presentare delle diverse fasce di probabilità: dati alla mano quella più alta e verosimile conta un centinaio di morti Covid. Grazie a questi dati l'inchiesta dovrebbe arrivare a una svolta: spetta ora ai pubblici ministeri decide se e quali condotte siano penalmente rilevanti. Al vaglio anche le prove che dimostrerebbero l'assenza di mascherine di altri dispositivi di protezione per il personale sanitario.

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