Picchiò la moglie, che abortì: condannato a tre anni e mezzo

Un uomo è stato condannato a tre anni e mezzo di carcere perché accusato di maltrattamenti nei confronti della moglie. I fatti risalgono al 2019. Dopo il matrimonio combinato in India, la coppia ha avuto una bimba nel 2017. Il quarantenne si è poi trasferito in Italia dove ha iniziato a lavorare come operaio agricolo a Casalmoro (Mantova). Nel 2019 la moglie lo ha raggiunto e avrebbe portato con sé anche la figlia.
La donna picchiata e minacciata in casa
Appena arrivata in Italia, la donna sarebbe stata segregata in casa con la bimba e sarebbe stata picchiata e minacciata quotidianamente: "Ti uccido, non se ne accorgerà nessuno perché io dirò che tu sei scappata con il tuo amante", riporta il quotidiano La Gazzetta di Mantova. A ottobre 2019, l'uomo avrebbe picchiato nuovamente la moglie che era incinta: questa volta però la donna è finita in ospedale.
Le botte le avrebbero procurato un aborto
A causa delle violenze e del suo deperimento fisico, la donna avrebbe perso il feto. Tornata a casa, la donna sarebbe riuscita a scappare dalla finestra insieme alla figlia. Le due si sarebbero nascoste in Comune. L'amministrazione le ha così affidata ai servizi sociali e poi a una comunità protetta. Ha poi ottenuto la separazione e all'uomo è stata tolta la potestà genitoriale.
Si è poi aperto un processo: il quarantenne è stato condannato in primo grado a tre anni e mezzo di carcere. La misura potrebbe però essere scontata ai domiciliari. L'uomo dovrà anche pagare dodicimila euro di risarcimento per moglie e figlia. La procura aveva chiesto due anni e quattro mesi di carcere. L'avvocata di parte civile, oltre alla condanna, aveva chiesto un risarcimento di 250mila euro.