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Operaio di 27 anni cade e muore in cantiere, condannato il titolare: “Con un piano sicurezza non sarebbe successo”

Mirko Serpelloni è deceduto il 6 settembre 2023 cadendo per 7 metri in un cantiere a Manerbio (Brescia). Lo scorso febbraio il suo titolare è stato condannato in primo grado a 3 anni e 4 mesi per omicidio colposo. Secondo i giudici, “avesse predisposto un piano operativo di sicurezza idoneo, il 27enne non sarebbe morto”.
A cura di Enrico Spaccini
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Mirko Serpelloni (foto da Instagram)
Mirko Serpelloni (foto da Instagram)

"Avesse predisposto un piano operativo di sicurezza idoneo, la morte di Mirko Serpelloni sarebbe stata evitata". Per questo motivo lo scorso 13 febbraio il Tribunale di Brescia ha condannato in primo grado a 3 anni e 4 mesi per omicidio colposo il datore di lavoro dell'operaio 27enne che, nel settembre del 2023, ha perso la vita in un cantiere edile di Manerbio (in provincia di Brescia). I giudici hanno anche disposto una provvisionale di 30mila euro sia alla madre che alla sorella di Serpelloni, costituite parti civili al processo.

Serpelloni la mattina del 6 settembre 2023 era salito sul tetto di un capannone di un'azienda di Manerbio per togliere alcune lastre di amianto. Stando a quanto ricostruito, il 27enne in quel momento lavorava "indossando solo una mascherina per ripararsi dalla inalazione di amianto e non aveva alcun presidio di protezione". Ad un certo punto, il tetto ha ceduto, facendo precipitare il giovane operaio per quasi 7 metri. Nell'impatto con il suolo Serpelloni aveva riportato lesioni gravissime e cinque giorni più tardi è deceduto in ospedale.

Il 27enne lavorava per la Bettinelli Group di Robecco d'Oglio (Cremona) e il suo titolare è finito a processo con l'accusa di omicidio colposo. La Procura aveva chiesto per lui un pena di 2 anni e 4 mesi, ma è stato condannato in primo grado, con rito abbreviato, a 3 anni e 4 mesi.

Secondo i giudici del Tribunale di Brescia, la morte di Serpelloni sarebbe "eziologicamente ricollegabile alla condotta colposa dell’imputato". Ovvero, il datore di lavoro del 27enne non avrebbe "accertato che la struttura avesse resistenza sufficiente per sostenere il peso degli operai e del materiale di impiego" e nemmeno "predisposto un piano operativo di sicurezza idoneo a tutelare i rischi di caduta, nonché le idonee misure per prevenire tali rischi con formazione adeguata dei lavoratori".

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