114 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito
News sull'omicidio di Yana Malayko

Omicidio Yana Malayko, la sorella di Dumitru Stratan: “Si drogava, non voleva essere aiutato”

Mentre Dumitru Stratan continua a non rispondere alle domande degli inquirenti, sua sorella Cristina ha parlato dei suoi problemi con la droga. Dopo il suicidio del padre, il 33enne ha avuto problemi psicologici.
A cura di Enrico Spaccini
114 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Anche al secondo interrogatorio, Dumitru Stratan non ha parlato. Il 33enne moldavo è ritenuto responsabile dell'omicidio della sua ex fidanzata, Yana Malayko, e dell'occultamento del cadavere. Rischia l'ergastolo, tanto è solido l'impianto accusatorio sempre più ricco di elementi oggettivi, ma nonostante questo continua a tacere e a non rispondere agli appelli lanciati dai familiari della 23enne ucraina. La sorella Cristina, invece, ha fatto mettere a verbale che Dima, come viene chiamato Dumitru, si drogava ma non ha mai accettato alcun tipo di aiuto, come il trasferimento in comunità.

I problemi psicologici di Dumitru Stratan dopo il suicidio del padre

Cristina Stratan conosceva bene Malayko: era la sua titolare al bar Event Coffee di Castiglione delle Stiviere (Mantova) e le aveva offerto una sistemazione dopo che la 23enne aveva lasciato suo fratello Dumitru. La 31enne, poi, ha raccontato agli inquirenti anche dei problemi psicologici di cui soffre Dumitru. Sottoposto a visite mediche sin dall'adolescenza, sembra non aver mai superato la scoperta del suicidio del padre.

Ora gli investigatori non sanno come interpretare il suo silenzio. Forse il 33enne ha scelto di non collaborare come strategia difensiva, oppure per punire ancora di più la ragazza che ha accusato di tradimento, o ancora se sia assente da se stesso. Ipotesi che non trova corrispondenze nei comportamenti quotidiani.

Le ricerche del corpo di Yana Malayko

L'unica cosa certa è che nonostante questi giorni di detenzione non ha mai detto una parola né al giudice, né al pm. Silenzio che impedisce ancora, a una settimana dalla scomparsa, l'individuazione del punto esatto in cui ha occultato il cadavere di Malayko.

La Protezione civile e i vigili del fuoco hanno insistito a battere la periferia di via Albana, tutta una zona di estesi campi, fitti boschi, pozzi, canali d’acqua, torbiere, fanghiglia, sterpaglie, ricorrendo anche ai cani molecolari, senza riuscire a dare una svolta alle ricerche.

114 CONDIVISIONI
38 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views