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Omicidio Paolo “Dum Dum” Selvaggio, condannato all’ergastolo Benedetto Marino per aver fatto da autista al killer

La Corte d’Assise di Milano ha condannato in primo grado all’ergastolo Benedetto Marino. Il 45enne è accusato di aver offerto una via di fuga a uno dei due killer di Paolo “Dum Dum” Selvaggio, ucciso a colpi di pistola l’11 ottobre 2021 a Buccinasco.
A cura di Enrico Spaccini
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È stato condannato all'ergastolo Benedetto Marino, l'unico imputato per l'omicidio di Paolo "Dum Dum" Selvaggio, ucciso a colpi di pistola l'11 ottobre del 2021 a Buccinasco, nell'hinterland ovest di Milano. Secondo i giudici della Corte d'Assise, il 45enne avrebbe aiutato uno dei due killer del 60enne offrendogli una via di fuga veloce con la sua auto. Marino ha provato a difendersi sostenendo di aver semplicemente offerto un passaggio al suo pusher, dal quale comprava dosi di cocaina, ma secondo i pm Sara Ombra e Gianluca Prisco la presenza della sua auto a poca distanza dal luogo dell'omicidio faceva parte di un piano prestabilito.

Paolo "Dum Dum" Selvaggio ucciso a Buccinasco

Selvaggio era malato di tumore all'ultimo stadio, ma aveva iniziato la sua carriera criminale già negli anni '70, quando aveva solo 15 anni. A 17 anni ha commesso il suo primo omicidio, per poi entrare in affari con la ‘ndrangheta, in particolare con il clan Barbaro-Papalia di Platì (Reggio Calabria).

Trafficante di droga, Selvaggio era stato avvicinato nella mattinata dell'11 ottobre del 2021 da due uomini in sella a uno scooter mentre pedalava lungo via della Costituzione a Buccinasco. Questi gli hanno sparato contro, anche quando era a terra, e sono poi fuggiti. Uno di loro è stato ripreso da una telecamera di sorveglianza mentre sale a bordo di una Peugeot 3008.

Il ruolo di Benedetto Marino

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Secondo gli investigatori, alla guida di quell'auto c'era proprio Marino. Tossicodipendente e con alcuni precedenti di polizia, per i pm Ombra e Prisco il 45enne era d'accordo con uno dei due killer (che non sono stati ancora identificati) per fare da palo e per poi offrire una via di fuga dopo l'omicidio.

Marino ha negato ogni accusa. Il 45enne ha affermato che l'uomo al quale ha dato un passaggio quel giorno, di cui non ha saputo dare nome e cognome, sarebbe stato il suo pusher e che quella non era la prima volta che lo accompagnava da qualche parte in auto. In cambio, lui avrebbe ricevuto una piccola dose di cocaina.

La Corte d'Assise, presieduta dalla giudice Antonella Bertoja, ha invece accolto la richiesta della Procura condannando Marino all'ergastolo. Dietro l'omicidio non ci sarebbe stata una questione di ‘ndrangheta o criminalità organizzata, quanto piuttosto si sarebbe trattata di una vendetta legata a questioni private.

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