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Omicidio Laura Ziliani, condannati all’ergastolo le figlie Silvia e Paola e Mirto Milani

Silvia Zani, 29 anni, e Paola Zani, 21 anni, sono state condannate all’ergastolo per l’omicidio della madre Laura Ziliani, l’ex vigilessa di Temù strangolata nella notte del 7 maggio 2021. Condannato all’ergastolo anche Mirto Milani.
A cura di Giorgia Venturini
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Sono state condannate all'ergastolo Silvia Zani, 29 anni, e Paola Zani, 21 anni. La Corte d'Assise di Brescia ha confermato le ha giudicate colpevoli di aver avvelenato e ucciso la loro madre, l'ex vigilessa di Temù Laura Ziliani, nella notte del 7 maggio 2021. Il suo corpo è stato trovato ai lati di un fiume da uno sconosciuto lo scorso 8 agosto. Condannato all'ergastolo anche Mirto Milani, il compagno di Silvia ma amante anche della sorella minore Paola. A un anno dall'omicidio "il trio criminale", così soprannominato, aveva confessato l'assassino quando ormai erano già rinchiusi da mesi in carcere. Fin da subito la Procura aveva cercato il movente negli affari della famiglia: i tre infatti volevano mettere le mani sul patrimonio immobiliare della donna. Un movente però che gli imputati non hanno mai confessato.

Come le figlie si sono difese in aula

Silvia Zani davanti ai giudici della Corte d'Assise ha precisato: "Quando ho ucciso mia madre ero convinta che lei volesse avvelenarci. Ci avrei messo la mano sul fuoco".

"Con mia madre – ha continuato l'imputata – ho sempre avuto un buon rapporto, trascorrevamo parecchio tempo insieme. Ma eravamo convinti che nostra madre volesse ucciderci. Eravamo spaventatissimi. Non so perché volesse ucciderci, forse perché ero una rompiscatole o perché volevo gestire gli immobili che abbiamo ereditato dopo la morte di mio padre in modo diverso".

La confessione degli imputati: il primo a parlare è stato Mirko

A spiegare nel dettaglio la notte del delitto è stato Mirto Milani in un primo momento al compagno di cella: hanno prima provato a stordirla con i farmaci in un dolce e poi l'hanno strangolata. "Le abbiamo dato i farmaci, poi le abbiamo messo un sacchetto in testa e lo abbiamo chiuso. Laura non moriva e io e Silvia le abbiano stretto le mani al collo". Non sarebbe stato l'unico tentativo dei giovani di uccidere la donna: il 16 aprile dello stesso anno i tre – Mirto era quasi sempre a casa Ziliani – le avevano somministrato una tisana con forti tranquillanti che la fecero dormire per oltre 48 ore. L'ex vigilessa però si riprese, mai però poteva immaginare che era stata vittima di un tentato omicidio da parte delle sue figlie. Secondo la Procura un ruolo fondamentale lo ha avuto il ragazzo, sarebbe stato lui a manipolare in parte le ragazze.

Gli appelli in tv delle figlie dopo l'omicidio

Il ragazzo – che avrebbe cercato anche in alcuni siti di crime come commettere il delitto perfetto – avrebbe in più occasioni detto alle due sorelle cosa fare durante i depistaggi messi in campo durante le indagini successive all'omicidio quando le figlie facevano appelli in tv raccontando che la madre era uscita per una passeggiata in montagna senza più fare ritorno. Invece Laura Ziliani era stata uccisa da loro qualche ora prima e il suo corpo nascosto. Ora è arrivata la sentenza di primo grado: i giudici hanno confermato la responsabilità al "trio criminale".

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