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Omicidio di Giulia Tramontano

Omicidio Giulia Tramontano, via al processo di appello per Alessandro Impagnatiello: “Non ci fu crudeltà”

È stato fissato al 25 giugno il processo di appello contro la sentenza all’ergastolo per Alessandro Impagnatiello, il barman condannato all’ergastolo per l’omicidio della fidanzata incinta Giulia Tramontano nel maggio del 2023 a Senago (Milano)
A cura di Francesca Del Boca
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Alessandro Impagnatiello al processo (foto da LaPresse)
Alessandro Impagnatiello al processo (foto da LaPresse)
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È stato fissato al 25 giugno il processo di appello contro la sentenza all'ergastolo per Alessandro Impagnatiello, il barman condannato all'ergastolo per l'omicidio della fidanzata incinta Giulia Tramontano nel maggio del 2023 a Senago (Milano).

I giudici di primo grado, nello stabilire la pena massima per il 30enne, avevano contestato le aggravanti di crudeltà e premeditazione. Ma la difesa non ci sta, e chiede oggi il riconoscimento delle aggravanti generiche: l'obiettivo dei legali è infatti l'accesso alla giustizia riparativa (che non influisce sull'entità della pena), e soprattutto la rimozione delle due pesantissime aggravanti contestate in precedenza.

Le avvocate di Impagnatiello, Giulia Geradini e Samantha Barbaglia, hanno per questo evidenziato, tra le altre cose, la "condotta grossolana" tenuta dall'imputato nelle fasi successive al delitto, quando Impagnatiello tentò di dare fuoco al corpo della compagna, incinta al settimo mese, nella vasca da bagno. Un comportamento che secondo la difesa "mal si concilia" con "l'immagine di scacchista, pianificatore e stratega" ricostruita dall'accusa e dalla Corte.

I giudici della corte di Assise di Milano, all'interno delle motivazioni della sentenza di primo grado depositata a febbraio, hanno sottolineato infatti come Impagnatiello avesse in realtà "premeditato l'omicidio della fidanzata per "quasi 6 mesi", durante i quali avrebbe più volte tentato di avvelenarla con veleno per topi e ammoniaca. Lo dimostrerebbero anche diverse ricerche sul web fatte dal barman dell'Armani Cafè nei mesi prima del delitto: "Come avvelenare una donna incinta", "effetti del veleno per topi sull'uomo", "quanto veleno necessario per uccidere una persona", "veleno per topi caldo".

Ma non solo. Secondo la Corte, Impagnatiello aveva poi deciso di accoltellare la compagna dopo che lei aveva scoperto la sua relazione parallela con una collega, e dopo che le due si erano incontrate. La aggredì quando rientrò a casa colpendola con 37 coltellate, undici delle quali inferte "allorché la vittima era ancora viva" e nonostante "portasse in grembo il figlio dello stesso reo". Momenti in cui la vittima, secondo i giudici, "ha senz'altro realizzato, sebbene per una manciata di secondi, che insieme con lei moriva anche il nascituro che portava in grembo", cosa che avrebbe "provocato nella donna una sofferenza ulteriore".

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