Omicidio Fabio Ravasio, una testimone: “Adilma Carneiro faceva macumbe, voleva fargli venire un tumore”

Adilma Pereira Carneiro avrebbe voluto vedere Fabio Ravasio morto, al punto da organizzare riti e "macumbe" per farlo ammalare. È quanto è emerso durante l'udienza di oggi, lunedì 12 maggio, davanti alla Corte d'Assise del Tribunale di Busto Arsizio (in provincia di Varese) dove si sta celebrando il processo per l'omicidio del 52enne travolto e ucciso da un'auto il 9 agosto 2024 a Parabiago (nella Città Metropolitana di Milano). Secondo una testimone, la 49enne voleva "far morire Ravasio per ereditarne i soldi", con i quali poi avrebbe comprato "una cascina".
Gli imputati per l'omicidio di Ravasio sono otto. Tutti loro avrebbero svolto un ruolo per mettere in scena il finto incidente con il quale il 52enne è stato ucciso. Ad architettare tutto, secondo il pubblico ministero Ciro Caramore, sarebbe stata la compagna brasiliana della vittima, soprannominata "Mantide di Parabiago". Sarebbe stata lei a mettere al volante di quell'auto suo figlio e suo marito.
Tra gli otto ci sarebbe anche Massimo Ferretti, l'ormai ex amante di Carneiro, che avrebbe messo a disposizione il suo bar per le riunioni del gruppo. Il 47enne ha ammesso, attraverso dichiarazioni spontanee, il suo coinvolgimento nella vicenda e ha chiesto ancora una volta di essere ammesso alla giustizia riparativa.
La testimone che è stata sentita in aula la mattina del 12 maggio ha spiegato che un giorno "Adilma mi disse che faceva dei riti, delle macumbe, per far morire Ravasio e il cugino". L'obiettivo della 49enne era "far venire loro un tumore: con la macumba voleva far morire Ravasio per ereditarne i soldi". Come ricostruito dalle indagini, Carneiro è una seguace della religione afro-brasiliana Candomblé, era solita fare riti ed era in contatto con i "santoni" della religione in Brasile.