Omicidio di Luciano Muttoni, rimandati a giudizio i 25enni Mario Vetere e Francesco De Simone: rischiano l’ergastolo

Il 24enne Mario Vetere e il 25enne Carmine Francesco De Simone sono stati rimandati a giudizio con l'accusa di omicidio per la morte di Luciano Muttoni, rapinato e ucciso con calci e pugni lo scorzo marzo mentre si trovava nella sua casa a Valbrembo, in provincia di Bergamo. Il movente dell'omicidio sarebbe, secondo gli investigatori, una spedizione punitiva dopo che De Simone aveva visto Muttoni guardare la sua ragazza. Stando alla versione fornita da De Simone, l'obiettivo era di rapinare il 57enne, ma i due lo avrebbero ucciso dopo un suo tentativo di ribellione. La pm Letizia Ruggeri non ha contestato l'aggravante dei futili motivi, ma quella di aver ucciso per commettere una rapina e la minorata difesa (per aver approfittato dell'ora notturna e per essere stati in due contro un'unica persona). I due giovani rischiano l'ergastolo.
Tutto è cominciato qualche giorno prima dell'omicidio, avvenuto il 7 marzo scorso. Come raccontato da De Simone durante l'interrogatorio, il 25enne aveva preso da Muttoni una camera in affitto insieme alla sua fidanzata e a un'altra coppia. Il 57enne li aveva poi riaccompagnati in stazione: il giovane ha detto di aver visto l'uomo che durante il tragitto guardava la sua fidanzata nello specchietto retrovisore dell'auto. Sarebbe nata da lì la sua idea di rapinarlo "per ripicca": stando a quanto ricostruito dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Bergamo, De Simone avrebbe reclutato Vetere con l'aiuto di un terzo ragazzo, il 22enne Alessandro Salvatore Alfì di Terno d'Isola. Anche quest'ultimo è stato arrestato per concorso in rapina: avrebbe messo in contatto i due conoscendo le intenzioni di De Simone e li avrebbe poi incontrati al cimitero di Solza dopo il delitto per consegnare loro gli zaini con i vestiti puliti per cambiarsi.
Vetere e De Simone sono entrati nella casa di Muttoni con un passamontagna e una scacciacani. Gli hanno rubato 50 euro, le chiavi dell'auto e il cellulare: quando il 57enne ha cercato di reagire lo hanno colpito con calci e pugni fino ad ucciderlo. Vetere ha raccontato di aver sferrato due pugni e di essere uscito su indicazione di De Simone per controllare se c'era l'auto. Una volta rientrato si sarebbe trovato davanti alla violenza del complice, ma la sua versione è tutta da confermare. Usciti, si sono allontanati a bordo della Volkswagen Golf della vittima e, dopo essersi cambiato i vestiti, De Simone raggiunse la fidanzata e gli amici a Monza. Alle due di notte fu fermato dai Carabinieri a bordo dell'auto rubata e successivamente arrestato