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Covid 19

Nuovo Dpcm, cosa cambia in Lombardia per scuole, bar, ristoranti e sport di contatto

Nella serata di ieri è stato è stato firmato dal premier Giuseppe Conte il nuovo Dpcm che prevede nuove restrizioni sulla diffusione del contagio da Coronavirus in tuto il Paese. Restrizioni che seguono quelle già imposte dall’ultima ordinanza di Fontana per quanto riguarda la Lombardia. Ristoranti e bar chiuderanno a mezzanotte vietando la vendita d’asporto di drink dalle 18 per evitare assembramenti. Gli studenti a scuola potranno entrare non prima delle 9 e si potrà decidere per la chiusura di vie e piazza particolarmente affollate da dopo le 21. Ecco cosa cambia per la Lombardia dopo il Dpcm.
A cura di Giorgia Venturini
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Navigli a Milano (Immagine di repertorio)
Navigli a Milano (Immagine di repertorio)
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La Lombardia è entrata ufficialmente nella seconda ondata Covid. I nuovi ricoveri e i nuovi pazienti in terapia intensiva hanno messo in guardia politici ed esperti tanto che Ats Milano ha sottolineato che "la situazione è critica". Per frenare la nuova ondata il governo ha varato un nuovo Dpcm firmato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dal ministro della Salute Roberto Speranza, già pubblicato in Gazzetta Ufficiale dopo la conferenza stampa di domenica 18 ottobre. Diverse le restrizioni applicate dall'esecutivo per scongiurare un nuovo lockdown, restrizioni che seguono quelle già introdotte per la regione Lombardia dal governatore Fontana nell'ordinanza di venerdì 16 ottobre.

Le nuove regole riguardano soprattutto il mondo della movida: locali e ristoranti, così come previsto anche da Regione Lombardia, abbasseranno la saracinesca a mezzanotte e dopo le 18 i drink potranno essere serviti solo ai tavoli. Resta invece sempre consentita la ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie. Per quanto riguarda le attività di sale giochi, sale scommesse e sale bingo nel nuovo Dpcm sono consentite dalle 8 alle 21, mentre in Lombardia ne è stata disposta la totale chiusura. In merito invece alle piazze, Palazzo Chigi lascia spazio a una possibile chiusura al pubblico delle piazza e vie più affollate dopo le 21, "fatta salva la possibilità di accesso e deflusso agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private", come si legge dal decreto. Da capire ancora chi può intervenire per disporre le chiusure, mentre restano confermate le multe da 400 a 1.000 euro per chi non rispetta i divieti. Già i giorni precedenti, però, alcune città lombarde avevano deciso di anticipare i tempi: a Brescia venerdì e sabato dalle 20 è vietata la vendita di bevande d'asporto, a Varese il sindaco ha chiesto di rinviare tutti gli eventi e a Pavia è vietato sostare sul Ponte Coperto e sui gradini del Duomo.

Nelle scuole l'ingresso non prima delle 9

Sul fronte scuola poche novità. Anche in Lombardia le scuole restano aperte con orari già flessibili per i licei e gli istituti superiori che da mercoledì consentiranno l'ingresso agli studenti dalle 9. Resta valido l'invito di Palazzo Chigi di "forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica, incrementando il ricorso alla didattica digitale integrata, che rimane complementare alla didattica in presenza". E lo stesso vale per le università lombarde. Rimanda, invece, tutto nelle mani della Regione il compito di "modulare in modo tale da evitare il sovraffollamento dei mezzi di trasporto nelle fasce orarie della giornata in cui si registra la maggiore presenza di utenti". Soprattutto i mezzi pubblici impegnati nella fasce orarie più interessate dagli studenti la cui situazione è stata denunciata più volte dagli stessi ragazzi. 

No alle sagre e sì allo smart working

In Lombardia annullate tutte le sagre e le fiere di paese, mentre il governo lascia via libera alle "manifestazioni fieristiche di carattere nazionale e internazionale, previa adozione di protocolli validi dal Comitato tecnico scientifico". Conte nella conferenza di ieri ha anche raccomandato che "le attività professionali siano attuate mediante modalità di lavoro agile, ove possano essere svolte al proprio domicilio o in modalità a distanza, soprattutto per la pubblica amministrazione".

No agli sport di contatto e sì alle palestre aperte

Anche in Lombardia sono "consentiti soltanto gli eventi e le competizioni riguardanti gli sport individuali e di squadra riconosciuti di interesse nazionale e regionale dal Comitato olimpico nazionale italiano, Comitato italiano paralimpico e dalle rispettive federazioni sportive nazionali". Le singole Regioni potranno decidere se ridurre il numero di spettatori alle gare, mentre le sessioni di allenamento avverranno sempre a porte chiuse. Tutt'altro discorso le l'attività dilettantistica: sono consentiti solo per gli sport individuali, vietati invece quelli di squadra e di contatto. Restano però aperte le palestre e le piscine.

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