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Nuovo corteo no green pass, Confcommercio a Fanpage.it: “Ogni sabato perdiamo milioni di euro”

Anche oggi pomeriggio le vie di Milano saranno invase dalla manifestazione no green pass. A pagare i danni sono soprattutto i commercianti che dalle 17 sono costretti ad abbassare la saracinesca. “Bisogna considerare che il sabato incide per il 27.4 per cento sul fatturato della settimana di un’impresa di media produzione. Ecco ora i guadagni a causa di queste continue manifestazioni sono calati del 25 per cento”, spiega a Fanpage.it il segretario generale di Unione Confcommercio Milano Lodi Monza e Brianza Marco Barbieri.
A cura di Giorgia Venturini
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Ancora un sabato pomeriggio, ancora un corteo no green pass per le vie di Milano. Il copione delle ultime sedici settimane si ripete anche oggi 6 novembre: il via è per le 17 in piazza Fontana e da qui i manifestanti non seguiranno il percorso prescritto dal questore di Milano Giuseppe Petronzi. Conclusione? Anche oggi molte vie del centro resteranno blindate. Le conseguenze più grosse le pagano i commercianti: negozi e locali costretti dalle 17 alle 20 e da ormai sedici weekend di fila a fare i conti con la paura che possano subite danni. "L'economia di Milano si stava piano piano risvegliando dopo la pandemia e ora i commercianti sono costretti a rivivere piccoli lockdown", spiega a Fanpage.it il disagio della categoria il segretario generale di Unione Confcommercio Milano Lodi Monza e Brianza Marco Barbieri.

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Questi cortei quanto stanno penalizzando le imprese? 

Tanto. Bisogna considerare che il sabato incide per il 27.4 per cento sul fatturato della settimana di un'impresa di media produzione. Ecco ora i guadagni a causa di queste continue manifestazioni sono calati del 25 per cento. I danni economici sono quindi molto gravi.

Una situazione che è destinata a peggiorare? 

Solo se continueranno i cortei no green pass. Oggi le perdite sono al 25 per cento, potrebbero precipitare ancora di più dall'ultimo weekend di novembre, ovvero quello del Black Friday, e via via che ci si avvicina a Natale. Ovvero il periodo in cui la gente compra e gira per la città. Queste manifestazioni impediscono tutto questo: sono sempre meno le persone che raggiungono Milano e i milanesi escono di casa. Hanno paura di una possibile guerriglia urbana causata dai manifestanti. Così i clienti non ci sono e i commercianti che convivono con il corteo sono costretti a chiudere già alle 17 del sabato.

Oltre al danno economico, i commercianti hanno subito atti vandalici?

Per ora no, ma la paura resta. Sono il popolo silenzioso del sabato che dobbiamo tutelare.

Quale sono le proposte di Confcommercio? 

Lunedì scorso il nostro presidente Carlo Sangalli ha lanciato una petizione per dare voce al popolo silenzioso del mondo delle imprese e dei cittadini che si trovano ogni sabato a fare i conti con il corteo no green pass. Abbiamo già raggiunto le 52mila visualizzazioni e quasi le 4mila firme. Sia chiaro che ogni cittadino è libero di manifestare ma questa manifestazione non può ledere il diritto degli altri. Bisogna manifestare rispettando le regole, concordando le modalità e il percorso con le autorità competenti dell'ordine pubblico. Non essendoci invece un coordinamento del percorso le forze dell'ordine giustamente sono costretta a blindare tutta l'area. E i primi a rimetterci sono proprio i commercianti.

Soprattutto ora che l'economia si stava risollevano dalla pandemia. 

Per i commercianti Milanesi le cose hanno iniziato piano piano a tornare alla situazione del 2019 dopo il 26 aprile quando è stato permesso di tornare a mangiare nei ristoranti e bar all'aperto e poi a maggio anche nelle sale interne. Poi con il "Salone del Mobile" e "Tutto Food" le cose stavano finalmente tornate alla normalità. Milano è ritornata poco alla volta a riavere il numero di turisti della pre-pandemia. Si stava risvegliando. Per questo ora non è possibile accettare tutto questo ogni sabato pomeriggio. I commercianti non possono abbassare la serranda ancora.

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