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Non segnalano “carne contaminata”, arrestati padre e figlio: “Coprivano le irrogalarità nei macelli”

Padre e figlio, entrambi veterinari, coprivano le irregolarità di alcuni macelli. In alcuni casi non avrebbero segnalato la presenza di listeria nelle carni lavorate. Per loro è scattato l’arresto.
A cura di Ilaria Quattrone
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Non avrebbero segnalato la positività alla listeria in alcuni carni lavorate in uno stabilimento di macellazione che si trova in provincia di Cremona: due veterinari, padre e figlio, sono stati arrestati perché ritenuti responsabili di aver coperto alcune irregolarità nei macelli. Entrambi sono stati sottoposti agli arresti domiciliari.

Uno dei due ricopre il ruolo di primo direttore del distretto veterinario di Crema mentre il secondo era veterinario in libera professione e inoltre lavorava come consulente per alcune aziende del settore agroalimentare. Queste erano sottoposte alla vigilanza diretta del padre.

La segnalazione

Le accuse sono di frode in commercio di prodotti lattiero caseari che sarebbe avvenuta con la sostituzione delle etichette e la falsificazione delle scadenze. L'inchiesta degli inquirenti è nata da una segnalazione. A portarla in Procura è stata una veterinaria pubblico ufficiale. Quest'ultima, proprio durante un'attività di vigilanza in un macello, sarebbe stata minacciata dal titolare.

Il motivo? Aver constato alcune irregolarità. La professionista, invece di essere supportata e tutelata, sarebbe stata trasferita e le sarebbe stato assegnato un altro incarico. Grazie alla denuncia, è stato possibile scoprire che c'era un conflitto di interesse tra il padre, che come anticipato era direttore del distretto, e il figlio che invece era consulente proprio di quel macello dove sarebbe avvenuta la verifica della veterinaria.

Gli investigatori hanno portato alla luce diversi casi dove venivano omesse irregolarità e fatti favoritismi. Le aziende interessante avevano come consulente proprio il figlio del direttore che, veniva informato delle cose che non andavano e assicurava poi copertura alle ditte senza quindi emettere alcun provvedimento.

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