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Musica troppo alta, gli allievi del conservatorio devono suonare con le finestre chiuse: il caso

Finirà in tribunale la contesa tra il conservatorio Donizetti di Bergamo e il Comune che ha imposto agli studenti dell’istituto di suonare con le finestre chiuse. A lamentarsi del volume troppo alto i vicini.
A cura di Fabio Pellaco
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Le prove degli studenti del Conservatorio Donizetti di Bergamo fanno troppo trambusto, ma la soluzione trovata dal Comune non è da meno. A marzo è stata infatti emessa un'ordinanza che impone all'istituto di tenere le finestre chiuse mentre gli allievi si esercitano con gli strumenti. Una vicenda che finirà presto in un'aula giudiziaria dopo il ricorso presentato dalla dirigenza del conservatorio.

I vicini si lamentano per il volume della musica

L'oggetto del contendere sarebbero proprio le emissioni sonore degli strumenti musicali. Una situazione pressoché inevitabile per una scuola che prepara i propri studenti ad entrare nel mondo della musica. Ma per alcuni inquilini dei palazzi che circondano l'istituto di via don Palazzolo il disturbo arrecato era eccessivo a tal punto da dover chiamare i vigili in più occasioni.

Per tentare di chiarire l'entità del disturbo della quiete pubblica sono intervenuti anche i tecnici di Arpa Lombardia, l'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente. Le rilevazioni effettuate hanno accertato che il volume della musica prodotta dalle aule del conservatorio non ha superato i limiti di legge, ma nella relazione finale si legge il suggerimento di chiudere le finestre durante le prove.

Un suggerimento appunto, non un obbligo, come invece è stato imposto dall'ordinanza comunale. A questo si appella l'istituto che ha fatto ricorso straordinario al Presidente della Repubblica. "Non è nostra intenzione alimentare polemiche con il Comune, con cui abbiamo da sempre un rapporto eccellente — ha spiegato al Corriere della Sera il presidente del conservatorio, Michele Guadalupi —. Come scuola vogliamo semplicemente tutelarci da possibili ulteriori sanzioni".

Il Tar della Lombardia deciderà sul caso

Una collaborazione tra il Comune e l'istituto testimoniata dai fondi stanziati all'unanimità dal consiglio comunale in vista della creazione nel 2023 del Politecnico delle Arti, che vedrà la fusione tra l'Accademia di belle arti e lo stesso Donizetti. Non solo, l'amministrazione ha finanziato l'istituto con ulteriori 300mila euro per le spese di funzionamento del 2022.

Da Palazzo Frizzoni, sede del Comune di Bergamo, fanno sapere che non ci sono irrigidimenti nel rapporto con il conservatorio, ma l'ordinanza sarebbe dovuta servire a mantenere dei buoni rapporti di convivenza con il vicinato. Ora la palla passa alla sezione di Brescia del Tar della Lombardia che dovrà stabilire se i battenti delle finestre dovranno rimanere ancora serrati o la musica sarà libera di uscire dalle aule.

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