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Muore a 20 anni dopo aver battuto la testa, chiesto il processo per l’amico che lo aveva spinto

Samuele Freddi è morto il 31 luglio 2021, il giorno dopo aver battuto la testa a terra. A farlo cadere fu un amico che lo aveva spinto. La Procura ha chiesto per lui il processo per omicidio preterintenzionale, escludendo responsabilità dei medici che lo avevano visitato quella sera.
A cura di Enrico Spaccini
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Samuele Freddi (Foto da Bresciatoday)
Samuele Freddi (Foto da Bresciatoday)

I medici non hanno commesso alcun errore. Samuele Freddi è morto a causa dell'emorragia cerebrale dovuta all'impatto con l'asfalto provocato dalla spinta di un amico. Il 20enne si era fatto visitare subito dopo al pronto soccorso, per poi decidere di andarsene firmando le dimissioni.

Il giovane di Manerba, nel Bresciano, sarebbe porto il giorno dopo, il 31 luglio del 2021, tre mesi prima della scomparsa e del ritrovamento del corpo senza vita di sua madre, Paola Tonoli. Dopo quasi due anni di indagini e consulenze, la pm Maria Cristina Bonomo ha chiesto il rinvio a giudizio per l'amico che lo fece cadere, con l'accusa di omicidio preterintenzionale.

La spinta e la visita al pronto soccorso

A trovare il corpo di Samuele fu suo padre, il pittore gardesano Francesco Freddi. In un primo momento, era apparso come un malore improvviso che aveva colpito il 20enne in bagno. Fu inutile il decollo dell"eliambulanza, così come i tentativi di rianimazione.

Poco dopo, ricostruendo le ultime ore del ragazzo, si scoprì che la sera prima era rimasto coinvolto in una lite con alcuni amici suoi coetanei per un motivo banale, pare una gomma a terra. Nel trambusto, venne spinto da uno di questi che lo fece cadere. Non riuscendo a recuperare l'equilibrio, colpì l'asfalto con la testa.

Non sembrava nulla di preoccupante, ma, nonostante ciò, Samuele decise di farsi vistare al pronto soccorso di Gavardo. Gli accertamenti non avevano rilevato conseguenze serie e, sentendosi bene, firmò le sue dimissioni e tornò a casa. L'impatto, però, gli aveva procurato un trauma cranico che portò all'emorragia cerebrale.

I medici non avrebbero potuto salvarlo

L'autopsia fu particolarmente complessa, perciò il medico legale decise di confrontarsi con altri specialisti. All'inizio, la magistratura ipotizzava un concorso di cause: il trauma cranico dovuto alla caduta e una condotta negligente, o comunque omissiva, da parte dei sanitari del pronto soccorso.

Dopo due anni di indagini, però, si è stabilito che i medici non l'avrebbero potuto salvare nemmeno agendo in modo diverso. Anche perché Samuele aveva firmato le dimissioni, interrompendo il periodo di osservazione. Per questo motivo, l'unico indagato resta l'amico autore della spinta, che ora è in attesa di capire se il gip accoglierà la richiesta di rinvio a giudizio presentata dalla pm.

La scomparsa di Paola Tonoli, la madre di Samuele

Nel frattempo, però, la famiglia di Samuele fu colpita da un'altra tragedia. Il 27 ottobre del 2021, all'incirca tre mesi dopo la morte del ragazzo, sua madre Paola Tonoli scomparve nel nulla. Alcune telecamere l'avevano ripresa mentre scavalcava una recinzione e si avviava verso un pontile.

Il corpo della 43enne venne ritrovato senza vita nelle acque del lago di San Felice a Brescia il 14 novembre dello stesso anno, non distante da casa. La sua famiglia ha sempre rigettato l'ipotesi del suicidio.

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