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Morti in aumento, forni crematori pieni, lockdown: Milano ripiomba nell’incubo di primavera

Torna ad aumentare il numero di morti a causa del Covid a Milano. I feretri tornano ad affollare il forno crematorio di Lambrate. Tornano anche gli adesivi in metro e sui mezzi pubblici, la cui capienza viene ridotta al 50 per cento. E a differenza di quanto prospettato dal sindaco Sala, che forse non ha ancora capito bene la gravità della situazione, torna anche il lockdown. Sembra di rivivere l’incubo già vissuto tra marzo e maggio, con un’aggravante: allora eravamo stati sorpresi dallo tzunami, mentre la seconda ondata l’avevano prevista tutti. Ma evidentemente non tutti, a Milano, hanno compreso che già da settimane ci stava sommergendo.
A cura di Francesco Loiacono
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Solo due giorni fa il sindaco di Milano, Beppe Sala, dopo la riunione dei sindaci dei capoluoghi lombardi col presidente Attilio Fontana diceva che "nemmeno lontanamente" si prospettava un lockdown come lo scorso marzo-aprile. A distanza di meno di 48 ore l'ultimo Dpcm firmato nella notte dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte lo sconfessa. È questione di ore, ma la Lombardia potrebbe presto ufficialmente ripiombare a partire da domani in un lockdown che, a parte per la possibilità per gli studenti fino alla prima media di frequentare le lezioni in presenza e qualche eccezione per quanto riguarda i negozi che potranno restare aperti, non si discosterà molto da quello della scorsa primavera.

Sembra, purtroppo, di assistere a un incubo già vissuto tra marzo e maggio. Il numero di morti a causa del Covid sta aumentando: ieri in Lombardia ce ne sono stati 117, un livello che non si registrava da maggio. Di questi, 66 sono deceduti in provincia di Milano, che a differenza della "prima ondata" si ritrova oggi ad essere l'epicentro dell'epidemia con un numero di casi giornalieri che da giorni supera le migliaia. A Milano città la media dei decessi è salita drasticamente, con punte di oltre 80 al giorno. E proprio come aprile i forni crematori del cimitero di Lambrate iniziano ad essere troppo affollati di feretri, tanto che il Comune ha deciso di sospendere le cremazioni per i non residenti.

Il sindaco Sala, preso atto troppo tardi, e forse non ancora con piena consapevolezza della gravità della situazione, ha disposto la sospensione dell'Area C (dopo che aveva sospeso anche Area B) e del pagamento della sosta sulle strisce blu. Tornano anche gli adesivi in metro e sui mezzi pubblici, la cui capienza viene ridotta al 50 per cento. L'eterno ritorno della storia si manifesta a distanza di pochi mesi. E viene da chiedersi: cosa è cambiato dalla scorsa primavera? Sembra triste da dire, ma la risposta è: niente. Anzi: tra febbraio e maggio non eravamo preparati allo tzunami, mentre la seconda ondata l'avevano prevista tutti. Ma evidentemente non tutti, a Milano, hanno compreso che già da settimane ci stava sommergendo.

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