Monza, prende a calci e insulta il gestore di un minimarket: “N***o di merda”

Aggressione razziale ai danni del gestore di un bar in via Foscolo a Monza. Tutto è iniziato da una discussione tra due clienti su una postazione di gioco alla slot machine: ad avere il posto tanto desiderato poi è stato un uomo 41 anni che però, nonostante aver ottenuto ciò che voleva, la sua rabbia non si è placata. Anzi, ha iniziato a rovesciare tavolini e a mettere sottosopra il locale. Fino a uscire e a prendersela con un uomo di 45 anni cittadino del Bangladesh, nonché gestore di un minimarket poco distante. L'aggressore ha iniziato a prenderlo a schiaffi e calci fino a insultarlo per le sue origini. Più volte davanti a lui ha ripetuto frasi come "n***o di merda". E ancora: è arrivato a minacciare di morte tutta la sua famiglia.
Per l'aggressore è scattata la denuncia
Sul posto così sono intervenute immediatamente le forze dell'ordine. L'uomo davanti agli agenti della Questura di Monza non ha voluto tranquillizzarsi: ha continuato infatti a insultare e a tentare di essere ancora violento. Una volta calmato per lui è scattata la denuncia: dovrà rispondere di violenza privata aggravata da motivi di odio razziale. Ora le forze dell'ordine sono al lavoro per cercare di capire l'esatta dinamica dell'accaduto e per accertarsi che il 41enne non è stato autore anche di altre aggressioni a sfondo razziale.
Operatrice call center a un cliente: "Ritorna con un barcone da dove sei venuto"
Non è l'unico episodio di odio razziale degli ultimi tempi. Lo scorso maggio un'operatrice di un call center a un cliente di una società di luce e gas ha detto: "Se l’Italia non ti piace mettiti su un barcone e tornatene da dove sei venuto". L’azienda ha preso le distanze da quanto accaduto, avviando i controlli del caso e supportando Zain, il ragazzo offeso che ha spiegato tutta la chiamata a Fanpage.it: "Sono in Italia dall'età di 4 anni e episodi di discriminazione accadono molto spesso dall'agenzia immobiliare, nei posti di lavoro e così via. Sono molto dispiaciuto dal fatto che tuttora esistano persone così, che si basano solo su un nome e cognome non italiano per sentirsi in diritto di insultare e discriminare".