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Milano, Sala difende i centri sociali: “Non sono il male assoluto: no a condizionamenti dalla Lega”

Il sindaco di Milano Beppe Sala chiarisce la sua posizione rispetto ai centri sociali al centro di proteste dopo la notizia del possibile sgombero del “Lambretta” e del “Torchiera”: “Fare di tutta l’erba un fascio è sbagliato e io non mi farò condizionare da quella destra che dipinge i centri sociali come il male assoluto, il male assoluto è anche altro”.
A cura di Chiara Ammendola
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"Fare di tutta l'erba un fascio è sbagliato e io non mi farò condizionare da quella destra che dipinge i centri sociali come il male assoluto, il male assoluto è anche altro", così il sindaco di Milano Beppe Sala è intervenuto in merito al tema dei centri sociali e degli sgomberi che hanno visto protagonisti nei giorni scorsi il "Torchiera" e il "Lambretta", il cui futuro resta ad oggi ancora incerto.

Ci sono centri sociali che hanno aiutato le famiglie in difficoltà durante la pandemia

"Ci sono centri che durante questa emergenza si sono tirati su le maniche e hanno aiutato, portando alimenti a chi era in difficoltà – le parole del primo cittadino a Radio Popolare – al di là del fatto che si parla di situazioni illegittime perché sono stati occupati degli spazi pubblici, ma dall'altro canto, per essere onesto, io devo dire che quasi sempre i centri e gli spazi occupati ci hanno chiesto negli anni di trovare delle soluzioni per metterli nelle condizioni di legalizzare la loro situazione". "Ora – ha proseguito Sala – il punto vero difficile è che le norme che noi abbiamo non prevedono una linea di interlocuzione privilegiata. Io uno spazio se lo devo regolarizzare, lo devo mettere a bando e nel bando possono risultare vincitori gli attuali occupanti o altri".

I centri sociali svolgono una funzione molto contemporanea

Non accenna a soluzioni in merito al Torchiera che occupa uno spazio pubblico messo a bando dal Comune e al Lambretta che ha occupato nel 2018 uno spazio privato e per cui è stata avviata la procedura di sgombero: "Non è facile per noi trovare una soluzione, posso solo garantire che verranno applicate tutte le formule per cercare di evitare altri problemi – ha continuato Sala – va riconosciuto che, alla fine, la definizione di centro sociale è un po' antica, ma per come la vedo io stiamo parlando di spazi sociali che forniscono una produzione culturale alternativa, un'aggregazione a basso costo, per cui svolgono una funzione che poi è anche molto contemporanea. I leghisti potranno ironizzare sulle mie parole, ma questa è realtà: se uno ha gli occhi vede che questa è la realtà", ha concluso Sala.

Lo sgombero del centro sociale Lambretta

Lo scorso giugno gli attivisti del centro sociale Lambretta di via Edolo a Milano aveva fatto sapere che lo spazio da loro gestito sarebbe stato sgomberato: "Ciò che troviamo incredibile è che in un momento come questo, con l'estate alle porte, una pandemia in corso e una crisi sociale incombente, lo sgombero del Lambretta sia una priorità per qualcuno", avevano scritto nel post condiviso sulla pagina Facebook. Il centro sociale Lambretta nelle fasi più acute dell'emergenza e tutt'ora fornisce beni di prima necessità a centinaia di famiglie bisognose di Milano: "Se il Lambretta venisse sgomberato, tutto questo finirebbe. Con questa lettera vogliamo dire alla proprietà, alle istituzioni e alla città tutta che siamo disponibili al dialogo".

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